FATTI E PERSONE

Il riscaldamento globale ‘invecchia’ il grano
Le piante riducono il rendimento più in fretta. Gli effetti del riscaldamento globale sui raccolti sono stati finora sottostimati, secondo una ricerca dell’università di Stanford

Il riscaldamento globale accelera l'invecchiamento del grano, dimezzandone il rendimento rispetto alle stime previste nei modelli finora elaborati. Lo dimostra la ricerca pubblicata sulla rivista Nature Climate Change, secondo la quale un aumento della temperatura pari a 2 gradi potrebbe arrivare a dimezzare i raccolti.
Secondo il gruppo di ricerca dell'Università californiana di Stanford coordinato da David Lobell, gli effetti del riscaldamento globale sulla coltivazione del frumento sono stati sottostimati nei modelli finora elaborati per definire gli scenari futuri. In particolare, secondo gli autori dello studio, i modelli sottostimano di circa il 50% le perdite date da un eventuale aumento di 2 gradi.
La scarsa conoscenza del modo in cui il cereale più diffuso al mondo reagisce all'aumento della temperatura rappresenterebbe, secondo i ricercatori, una grave mancanza per poter prevedere gli effetti su scala globale dei cambiamenti climatici.
Per misurare gli effetti delle temperature sull'invecchiamento e la conseguente riduzione di produttività sono stati utilizzati i dati sull'andamento della temperatura rilevati dai satelliti in un periodo di nove anni e relativi alle piantagioni di grano presenti nelle zone settentrionali dell'India, dove si registrano temperature superiori ai 34 gradi.
La ricerca ha evidenziato una significativa accelerazione dell'invecchiamento delle piante associata all'aumentare delle temperature, proponendo una nuova stima delle perdite future di raccolti praticamente dimezzate. Secondo i ricercatori, questi risultati dimostrano come il riscaldamento globale sia una sfida più impegnativa del previsto, che rende necessario individuare nuove varietà di colture, molto più resistenti al caldo rispetto a quelle attuali. (ANSA)



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