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FATTI E
PERSONE
Ismea, prezzi sui campi in rialzo ad ottobre
Il mese di ottobre ha fatto registrare un ulteriore incremento dei prezzi
agricoli consolidando il positivo andamento delle quotazione dell'ultimo
trimestre. È quanto rileva Ismea sulla base dell'indice dei prezzi
dei prodotti agricoli all'origine, che si è attestato, nel periodo
in esame, a 140,3 (l'indice è calcolato in base 2000=100), facendo
segnare un incremento del 2,7% su base mensile e dell'8,1% su base annua.
Nell'aggregato delle coltivazioni, si evidenziano, a livello congiunturale,
aumenti consistenti soprattutto per il vino (+8,7%), a conferma di una
campagna di commercializzazione iniziata sotto i migliori auspici. Buono
l'andamento degli ortaggi che guadagnano il 3,4% sul mese scorso, mentre
il rimbalzo della frutta (+20,8%) va letto come conseguenza della diversa
composizione del paniere rispetto ai mesi estivi. Inaspettata battuta
d'arresto per i cereali che, nonostante le previsioni di produzione globale
ulteriormente riviste al ribasso, perdono il 3,6% su settembre, con punte
del meno 5,8 per il mais. Si ferma anche il prezzo della soia (-0,9%)
dopo i valori record raggiunti i mesi scorsi.
Per il comparto zootecnico, le rilevazioni dell'Istituto indicano una
progressione dei valori medi del 1,3% rispetto a settembre, grazie in
particolare al contributo del bestiame vivo, con in testa gli avicoli
che registrano a ottobre un rincaro del 3%. Più modesto l'incremento
degli ovi-caprini (+1,7%) e dei suini (+0,8%), mentre risultano stabili
le quotazioni dei bovini. Per i lattiero caseari, infine, l'aumento dei
valori all'origine si limita un più 0,2%.
Passando al confronto su base tendenziale (ottobre 2012 su ottobre 2011),
si evidenziano anche questo mese variazioni significative per le colture
vegetali (+14,9%) e molto più contenute per la zootecnia (+1,3%).
Guidano i rialzi i vini (+35%), i semi oleosi (+29,9%) e la frutta (+24,6%),
con mele e pere che presentano livelli di prezzo nettamente superiori
allo stesso periodo dell'anno scorso, in ragione della scarsa produzione
ottenuta. Per il segmento zootecnico, commenta infine Ismea, l'incremento
dell'1,3% è frutto di andamenti contrapposti, con i lattiero caseari
in flessione del 9,3% e il bestiame vivo in aumento del 10,4%. (www.ismea.it)
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