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FATTI E
PERSONE
Prezzi agricoli, più 3,3% a giugno, ma su base annua divario
resta negativo (-0,3%)
L'indice Ismea dei prezzi all'origine dei prodotti agricoli registra a
giugno 2012 un aumento mensile del 3,3%, risalendo a 129,7 (base 2000=100).
Su base annua, ovvero rispetto al giugno 2011, il divario dei prezzi resta
invece negativo (-0,3%), seppure nettamente più contenuto rispetto
al meno 3,8% tendenziale di maggio.
La dinamica mensile, che recupera in parte la riduzione dei prezzi registrata
nel bimestre aprile-maggio, riflette un aumento del 4,8% delle coltivazioni
e dello 0,7% delle produzioni di origine animale, compresi i lattiero-caseari.
Un contributo decisivo è venuto dal comparto degli ortaggi, rincarati
del 13,4% rispetto a maggio, e in misura minore dalla frutta che ha fatto
segnare un più 5,7% mensile. Giugno ha chiuso invece con un'ulteriore
flessione dei prezzi per le produzioni cerealicole (-4,1%), un andamento
che ha coinvolto tutte le principali coltivazioni ad eccezione del riso.
Per i semi oleosi, al contrario, le rilevazioni dell'Ismea indicano un
aumento dei prezzi alla produzione del 2,9%. Di pochi decimi di punto
invece le variazioni rilevate per le quotazioni di vini e oli di oliva,
i primi in aumento dello 0,1% e i secondi in calo dello 0,3%.
Nel comparto zootecnico emergono movimenti contenuti sui prezzi dei lattiero-caseari
(-0,2%) e del bestiame bovino (+0,4%). Più incisivi quelli di suini
e avicoli, con aumenti mensili rispettivamente del 4,4 e del 2 per cento.
Rispetto al giugno dell'anno scorso il meno 0,3% segnalato dall'indice
Ismea è il risultato di andamenti contrapposti, con prezzi in calo
dell'1,1% per le produzioni vegetali e in aumento dello 0,6% per quelle
zootecniche.
A livello di comparto emergono ancora forti differenze nelle dinamiche
tendenziali, con riduzioni del 31,2% per gli oli di oliva e rincari del
36,1% per i vini. I cereali chiudono il mese di giugno con un divario
negativo dei prezzi del 18,9% rispetto all'anno scorso, mentre frutta
e ortaggi si posizionano rispettivamente su livelli superiori del 9,3
e del 15,4 per cento .
Mercati a due velocità anche per i prodotti zootecnici, con il
meno 8,9% dei lattiero-caseari che appare in netta controtendenza con
gli aumenti generalizzati, su base annua, del bestiame vivo. Al riguardo
Ismea rileva una crescita tendenziale dei prezzi dell'8,1% per i bovini,
contro aumenti dello 0,6% per i capi suini e del 4% per gli avicoli (+0,3%
gli ovi caprini). (www.ismea.it)
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