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FATTI E
PERSONE
Crisi. Addio ristorante. Gli italiani in vacanza
fanno il pic nic
Addio a ristoranti, pizzerie o anche
soltanto al panino comprato al bar. L'italiano in vacanza, alle prese
con la crisi, stringe i cordoni della borsa e preferisce fare un pic nic
con il cibo portato da casa. È quanto rileva la Coldiretti sulla
base di un'indagine Swg nella quale osserva che un italiano su tre (il
32%, ovvero quasi il doppio rispetto allo scorso anno) quando va in vacanza
si prepara il cibo per conto suo, superando per la prima volta in 5 anni
il numero di quelli che mangiano al ristorante.
Il numero di quelli che si recano nel ristorante dell'albergo o della
pensione in cui pernottano è sceso quest'anno al 28%. In calo è
anche il numero di coloro che si recano in trattoria o pizzeria (19%)
o nei bar e fast food (8%), mentre aumentano rispetto allo scorso anno
quanti approfittano di parenti e amici (5%), a dimostrazione, spiega Coldiretti,
dell'importanza della solidarietà familiare nel momento della crisi.
Con la crisi tornano dunque i cibi da spiaggia preparati a casa e spesso
consumati con comodo in riva al mare, nelle piazze delle città
d'arte o all'ombra delle pinete.
L'acquisto degli ingredienti per la preparazione dei pasti sempre più
spesso avviene nei mercatini che si moltiplicano nelle località
di vacanza come la rete di vendita degli agricoltori di campagna amica
dove è possibile acquistare senza intermediazioni prodotti freschi
di largo consumo ma anche specialità tipiche del territorio particolarmente
richieste in vacanza. Per quanti non vogliono rinunciare al ristorante
il rischio
'taroccò è però in agguato con i menù acchiappaturisti
che si moltiplicano lungo tutta la penisola. Il rischio riguarda tutte
le località più turistiche dove è bene tenersi alla
larga, precisa la Coldiretti, dai ristoranti che offrono ricette 'violentate’
come la cotoletta alla milanese preparata con carne di pollo o maiale,
fritta nell'olio di semi al posto della carne di vitello fritta nel burro
e fuggire rapidamente di fronte ad una locanda romana che offre spaghetti
alla carbonara con prosciutto cotto al posto del guanciale e formaggio
grattugiato al posto del pecorino romano. Tra i piatti più traditi
nella costiera amalfitana ci sono, continua Coldiretti, la tipica caprese
servita con formaggio industriale al posto della mozzarella di bufala
o del fiordilatte mentre in quella ligure non mancano i casi di pasta
al pesto proposta con mandorle, noci o pistacchi al posto dei pinoli e
con il formaggio comune che sostituisce il parmigiano reggiano e il pecorino
romano. Ma tra i falsi culinari più spacciati lungo tutta la penisola
durante l'estate figurano anche, conclude la Coldiretti, il tiramisù
con la panna al posto del mascarpone e gli spaghetti alla bolognese, una
invenzione per stranieri completamente sconosciuta nella città
emiliana. (www.dazebaonews.it)
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