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FATTI E
PERSONE
Nel 2012 finisce l'epoca delle galline in batteria
Il 2012 è l'anno più
atteso dalle galline ovaiole: in virtù di una direttiva europea
arriva lo stop per gli allevamenti intensivi in batteria. Quello adottato
finora dal sistema industriale che confina ciascun esemplare, come denuncia
la Lega antivivisezione, ''in uno spazio di soli 550 centimetri quadrati,
meno di un foglio di carta A4''. A far da apripista, aderendo con puntualità
britannica alla direttiva Ue che vieta le gabbie 'convenzionali', è
stato il Regno Unito, mentre gli altri Paesi nicchiano ancora.
In Italia questa rivoluzione interesserebbe, secondo dati Una (Unione
nazionale avicoltura), 55 milioni di galline ovaiole (il 9,2% del pollame
nazionale) e 4.970 allevamenti italiani. Ma ci sono resistenze: la Lav
ha scritto al ministro delle Politiche agricole e forestali Mario Catania
per esprimere ''preoccupazione'' per l'emendamento alla Legge Comunitaria
2011 recentemente presentato dal governo in tema di commercializzazione
delle uova, con il quale, denuncia la Lav, arriverebbe ''la non sanzionabilità
di molte violazioni nella filiera ovaiola, la cancellazione dell'aggravante
per i soggetti che ripetono le violazioni, e una sanatoria per le diciture
facoltative in contrasto col Regolamento sulla etichettatura delle uova''.
In Italia, secondo una stima Una, nel 2010 sono state prodotte 12 miliardi
e 834 milioni di uova, per un valore, quantifica Assalzoo, di 1.150 milioni
di euro. (http://www.blitzquotidiano.it)
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