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FATTI E
PERSONE
Lavoro: Cala l’occupazione femminile ma non in agricoltura.
Dove un’azienda su tre oggi è “rosa”
La Cia commenta i dati diffusi dall’Istat: mentre aumenta il
numero di donne inattive, nel settore primario cresce il numero di imprenditrici
(33,3%) e il comparto si dimostra il più conforme alle esigenze
femminili. Il contributo del “gentil sesso” al valore aggiunto
del comparto arriva a 9 miliardi di euro. Merito di aziende innovative,
votate spesso all’accoglienza e alla cura della persona: agriturismi,
agri-asili e fattorie sociali.
Se l’occupazione femminile cala ad agosto e cresce il numero delle
donne inattive, c’è un settore in cui la presenza “rosa”
continua a salire. E senza bisogno di quote. In agricoltura, infatti,
un’azienda su tre oggi è condotta da una “lei”.
Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando i dati
diffusi dall’Istat.
In pochi anni la quota di imprese “rosa” nel settore è
passata dal 30,4 per cento al 33,3 per cento attuale -sottolinea la Cia-
trasformando l’agricoltura nel comparto con il tasso di femminilizzazione
più elevato insieme al terziario.
Oggi le “imprenditrici della terra” sono un piccolo esercito
che guida quasi 540 mila aziende su tutto il territorio nazionale. Aziende
creative, efficienti, orientate alla qualità e alla cura della
persona, che fanno schizzare a 9 miliardi di euro il contributo delle
donne al valore aggiunto dell’agricoltura (circa 26 miliardi) -evidenzia
la Cia-. I settori di riferimento delle agricoltrici moderne sono infatti
il biologico, le produzioni di nicchia Dop e Igp, la vitivinicoltura e
tutte quelle attività legate al sociale e all’arte dell’accoglienza.
Le loro imprese sono aperte non solo ai turisti, ma alle scolaresche,
ai disabili, agli anziani: e lo fanno creando agriturismi, fattorie sociali,
agri-asili e agri-nidi.
Più in dettaglio -aggiunge la Cia- negli agriturismi metà
del giro d’affari “dipende” dalle donne: su quasi 20
mila strutture in tutt’Italia, il 40 per cento circa è gestito
da imprenditrici, che muovono ogni anno un fatturato di circa 500 milioni
di euro su un totale di 1,1-1,2 miliardi dell’intero settore. Anche
nel comparto vinicolo, ben il 35 per cento della forza lavoro è
femminile. (www.cia.it)
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