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FATTI
E PERSONE
Inflazione: per ADOC in Italia l’80% del
reddito destinato alle spese quotidiane
Da noi il costo della vita è
il più alto d’Europa
Il carrello della spesa degli italiani, ossia i prodotti più acquistati
dagli alimentari ai carburanti, ha subito un aumento del 4,3% a maggio.
Per l’Adoc il carovita sta paralizzando i consumatori italiani,
che ogni giorno spendono circa l’80% del proprio reddito per gli
acquisti e i servizi di base, il 2% in più che nel resto d’Europa.
Una giornata tipo in Italia, in media, costa poco meno di 40 euro, circa
il 2% in più della media europea ma l’impatto sul reddito
è devastante, dato che le spese giornaliere assorbono circa l’80%
dello stipendio. Un italiano, lavoratore dipendente, guadagna al netto
delle tasse circa 1400 euro al mese, mentre in Germania e in Inghilterra
la stessa tipologia di lavoratore guadagna più di 2500 euro al
mese, una differenza abissale dell’82,9%. Se a questo si aggiunge
l’aumento dell’Iva dal 20 al 21% e quello futuro dal 21 al
23%, che comporteranno maggiori costi per 325 euro l’anno, i rincari
dovuti all’introduzione delle nuove accise (+250 euro), i rincari
della spesa alimentare (+100 euro l’anno), l’aumento dell’addizionale
regionale e comunale (+120 euro) e il ritorno dell’Imu (+370 euro),
ogni cittadino subirà una decurtazione del proprio reddito pari
a circa 1200 euro l’anno, un impatto pari all’8% del reddito
complessivo annuale. Se si vuole salvare gli italiani occorre innanzitutto
fermare l’”emorragia verde”, i continui rincari della
benzina stanno trascinando le famiglie verso la povertà, facendo
diventare l’Italia il Paese europeo più caro al momento del
rifornimento, un anno di rifornimenti costa in media 3400 euro ad un italiano,
il 12% in più della media europea. Per ovviare alle obiettive difficoltà
i consumatori si stanno organizzando. Sono in aumento del 20% i cittadini
che coltivano un orto fai-da-te, per risparmiare su frutta e verdura e
difendersi dalle speculazioni, mentre sono cresciuti del 10% gli acquisti
di gruppo, soprattutto per quanto riguarda la carne e il pesce, risparmiando
fino a 250-300 euro l’anno. Unica conseguenza positiva è
il calo del 6% degli sprechi alimentari. I consumatori sono sempre più
attenti e moderati nell’acquisto e nel consumo, ormai sprecare è
sinonimo di lusso. (www.adoc.org)
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