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SALUTE
E BENESSERE
Ue: infezione da cibo, 25 morti e 5,4 mld di costi
Calano le infezioni da cibo in Europa - e in
modo particolare in Italia - ma il loro numero resta ancora troppo elevato:
esattamente 5.262 casi segnalati nell'Ue, 238 in meno rispetto all'anno
prima, che hanno colpito 43.500 persone, causando 25 morti. Nel 30% dei
casi si è trattato di epidemie di salmonella e ''fonti dell'epidemie
più frequenti'' sono state le uova e prodotti a base di uova (22%),
seguiti dai buffet (13,9%), dai vegetali e i loro succhi (8,7).
Oltre a molluschi (8,5), pesce (6.3) e carne di pollo (6%). E questo senza
contare i costi che l'infezione ha provocato per i servizi sanitari nazionali
nei 27 Stati membri: solo per la salmonellosi e la campylobacteriosi (entrambe
provocano gastroenteriti che possono avere conseguenze anche gravi), i
costi sanitari hanno raggiunto i 5,4 miliardi di euro nel 2011.
In Italia, in particolare, si è registrato un netto calo della
salmonellosi: da 4.156 casi del 2009 si è passati a 2.730 nel 2010,
ossia da 6,9 a 4,5 casi per 100mila abitanti.
Il quadro della situazione sulle malattie infettive trasmesse dagli animali
all'uomo, è stata illustrata all'Ansa da Valentina Rizzi, esperto
scientifico dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare,
nel rapporto elaborato dall'Efsa e dal Centro Ue per la prevenzione ed
il controllo delle malattie.
In calo in Italia anche la campylobatteriosi che colpisce in particolare
i bambini, con 475 casi nel 2010 contro 531 un anno prima. In Europa invece
si rivela la prima zoonosi con 212mila casi nel 2010 contro i 199mila
del 2009. Senza dimenticare - sottolinea Rizzi - un'altra malattia, la
listeria, microrganismo che può annidarsi in alimenti pronti per
il consumo, privi di cottura. Particolarmente resistente, ha un tasso
di mortalità ancora elevato: 17% tra le persone anziani nell'Ue.
La scienziata ha infine lanciato un appello sulle regole chiave per alimentarsi
in modo sicuro: dalla pulizia accurata di mani e utensili alla cottura
completa degli alimenti, senza dimenticare di portare sempre a ebollizione
zuppe e ragù. (ANSA).
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