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FATTI E
PERSONE
Immigrati: Coldiretti, per la prima volta in calo
nei campi
Sono 313.724 i lavoratori stranieri impegnati
in agricoltura dove per la prima volta si sono però ridotti sia
il numero di immigrati che le giornate lavorative da loro trascorse nei
campi per effetto della crisi. E’ quanto afferma la Coldiretti,
che ha collaborato alla realizzazione del Dossier statistico immigrazione
Caritas e Migrantes dal quale si evidenzia che le giornate di prestazione
nel 2011 sono state 26.190.884 contro le 27.027.935 del 2010). Nonostante
la riduzione l’apporto del lavoro straniero resta determinante in
agricoltura e - sottolinea la Coldiretti - rappresenta ben il 23,06 per
cento del totale delle giornate di lavoro dichiarate dalle aziende. I
lavoratori immigrati impegnati in agricoltura – precisa la Coldiretti
- hanno una età media di 36 anni e per ben il 71 per cento sono
di sesso maschile
Sono ben 172 le diverse le nazionalità anche se a prevalere - continua
la Coldiretti - sono nell’ordine Romania (113.543), India (24.823),
Marocco (24.519), Albania (23.982), Polonia (22.601), Bulgaria (15.242),
Tunisia (12.027), Slovacchia (11.551), Macedonia (10.254), Moldavia (5.422),
Senegal (5.193) e Ucraina (4.756).
Sono numerosi i distretti produttivi agroalimentari che vedono una forte
presenza di lavoratori stranieri anche se oltre la metà (52,34
per cento) – rileva la Coldiretti - si trova in sole 15 provincie
ed in particolare a Bolzano 6,56%, Foggia 6,42%, Verona 5,49%, Trento
4,32%, Ragusa 3,89%, Latina 3,79%, Cuneo 3,41%, Cosenza 3,23%, Salerno
2,57%, Ravenna 2,54%, Bari 2,08%, Forlì-Cesena 2,06%, Ferrara 2,02%,
Brescia 1,98%, Reggio Calabria 1,97%
Nelle stalle dove si munge il latte per il parmigiano Reggiano quasi un
lavoratore su tre – sostiene la Coldiretti - è indiano mentre
in Abruzzo è elevata la presenza di pastori macedoni, ma i lavoratori
stranieri sono diventati decisivi nella raccolta delle mele della Val
di Non, nella produzione del prosciutto di Parma, della mozzarella di
bufala o nella raccolta delle uve destinate al Brunello di Montalcino.
I lavoratori stranieri - conclude la Coldiretti - contribuiscono in modo
strutturale e determinante all'economia agricola del Paese e rappresentano
una componente indispensabile per garantire i primati del Made in Italy
alimentare nel mondo su un territorio dove va garantita la legalità
per combattere inquietanti fenomeni malavitosi che umiliano gli uomini
e il proprio lavoro e gettano una ombra su un settore che ha scelto con
decisione la strada dell'attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale,
al servizio del bene comune. (www.coldiretti.it)
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