FATTI E
PERSONE Le guide da sempre ci dicono cosa bisogna sapere di un ristorante, la cucina, il servizio, lo chef, il cibo ... Ma se la situazione si ribaltasse? Cioè se i ristoranti avessero una guida che racconta i caratteri e le esigenze dei clienti? Niente di così fantascientifico visto che il New York Times ha appena svelato il sistema di codifica che molti ristoranti usano per scambiarsi informazioni sui clienti. E quindi mentre un “px” (person extraordinaire) o un “nr” (never refuse) saranno sempre benaccetti, un “Hwc” (handle with care) non godrà di ottima reputazione. I clienti più graditi? Il “fom” (friend of manager) e il “Ww” (Wine Whale) cioè uno che ha l’abitudine di ordinare vini costosi. Difficili da decifrare per i profani ma non per gli addetti ai lavori, queste sigle - devotamente annotate e conservate - sono il risultato di un paziente lavoro di osservazione del cliente, di cui - dicono chef e gestori - più si sa, meglio è. Obiettivo dichiarato, oltre che mettere in guardia il personale di fronte ad avventori “sensibili”, è rendere il servizio sempre più su misura. (www.winenews.it)
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