FATTI E
PERSONE La tendenza a risparmiare nella preparazione degli alimenti sotto la pressione della crisi aumenta il pericolo delle frodi e della falsificazione che mettono a rischio la salute dei cittadini e sottraggono all’agroalimentare nazionale ben 164 milioni di euro al giorno che potrebbero invece generare reddito ed occupazione. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente le operazioni effettuate dalla Guardia di Finanza che ha portato al sequestro di oltre 130 tonnellate di prodotti alimentari (carni bianche e pesci) scaduti, ossidati, disidratati e con etichettatura contraffatta che sarebbero potuti finire sulle tavole dei consumatori o nelle mense di scuole, ospizi od altre collettività invece di essere destinati come previsto per legge esclusivamente come sottoprodotto per mangime animale. Le frodi e le contraffazioni a tavola sono un crimine particolarmente odioso in tempi di crisi perché - sottolinea la Coldiretti - si fonda soprattutto sull'inganno nei confronti di quanti, per la ridotta capacità di spesa, sono costretti a risparmiare sugli acquisti di alimenti. Le frodi a tavola sono le più temute da sei italiani su dieci anche i rischi che comportano per la salute, secondo una indagine Coldiretti/Swg. Al secondo posto (40 per cento) vengono quelle legate al fisco, mentre le truffe finanziarie sono lo spauracchio del 26 per cento degli italiani. Le preoccupazioni - continua la Coldiretti - riguardano infatti anche l'Italia che è un forte importatore di prodotti alimentari, con il rischio concreto che nei cibi in vendita vengano utilizzati ingredienti di diversa qualità come il concentrato di pomodoro cinese, l'extravergine tunisino, le mozzarelle taroccate ottenute da latte in polvere, paste fuse e cagliate proveniente dall'estero. Spesso la criminalità si avvantaggia della mancanza di trasparenza nei flussi commerciali e nell’informazione ai consumatori. In questa situazione c’è spazio per comportamenti illeciti dagli effetti gravissimi sia per la salute delle persone che per l’attività economica delle imprese. Gli ottimi risultati dell’attività messa in atto dalla Magistratura e da tutte le forze dell’ordine impegnate confermano - conclude la Coldiretti - la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie troppo larghe della legislazione a partire dall’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata, voluto con una legge nazionale approvata all’unanimità dal parlamento italiano lo scorso anno ma non ancora applicata. (www.coldiretti.it)
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