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FATTI E
PERSONE
Mercato in flessione in questo inizio 2012 per il fuori casa
Ma si evidenziano nuovi comportamenti e nuove modalità
di intendere il consumo di alimenti e bevande fuori casa
Un inizio d’anno difficile, in questo 2012, per quanto riguarda
le visite nella ristorazione commerciale - che comprende tutti i segmenti
del fuori casa con esclusione delle mense e della distribuzione automatizzata
(Vending) -, in cui si evidenzia un calo delle presenze dell’1,9%.
Lo rilevano i dati del panel CREST di NPD Group, aggiornati a marzo 2012
e si tratta di un trend che non sorprende particolarmente, visto il momento
di incertezza che da tempo si protrae in Italia.
Se il 2011 si era chiuso in sostanziale stabilità, le previsioni
portavano a prevedere una tendenza negativa, tendenza che è stata
confermata già nei primi mesi dell’anno 2012.
Nulla di stupefacente, con una crescita del tasso di inflazione superiore
alla crescita del reddito disponibile, che ha portato a una ulteriore
stretta nei consumi da parte delle famiglie italiane. L’inasprimento
della situazione economica ha allungato la lista delle rinunce degli italiani,
che scelgono con maggiore cura le occasioni di consumo nel fuori casa.
Si tratta, di fatto, del primo vero segnale di riduzione complessiva del
mercato che, fino allo scorso dicembre, per esempio, aveva visto crescere
il servizio veloce (bar, fast food e affini) a discapito dei locali con
servizio al tavolo.
Le abitudini di consumo degli italiani nel fuori casa, tuttavia, sono
caratterizzate da dinamiche piuttosto complesse: se da una parte la crisi
razionalizza e riduce i consumi, dall’altra il mercato vive un momento
di maturazione caratterizzato dal frammentarsi delle occasioni di consumo
e da una funzione sempre più di servizio del pasto consumato al
di fuori delle mura domestiche.
Questo processo è facilitato anche da cambiamenti che riguardano
l’offerta: nascono nuovi luoghi di acquisto, che favoriscono a loro
volta nuovi luoghi e nuove modalità di consumo. Basti pensare al
sempre più frastagliato mondo del servizio veloce, con take away
dalle caratteristiche sempre più regionali, o luoghi alternativi,
come le librerie in cui è possibile consumare cibo e bevande.
Oggi nel fuori casa assistiamo a mutamenti che riguardano la scelta del
luogo, l’occasione e le modalità di consumo. Per esempio,
una crescita del consumo Off Premise, ovvero il consumo al di fuori dal
luogo di acquisto. L’incremento di questo modo di fruire del fuori
casa è una novità rispetto ai periodi precedenti, dove il
trend tra il consumo dentro e fuori dal locale era stabile.
Osservando i dati dell’ultimo anno, aggiornati
al marzo 2012, nella ristorazione commerciale le occasioni di consumo
fuori dal locale sono cresciute del 5,6% rispetto all’anno precedente,
si tratta complessivamente del 22% delle occasioni del fuori casa.
Tra coloro i quali non consumano nel luogo di acquisto, crescono i consumi
all’aperto e a casa. Queste due tendenze, il consumo a casa e il
consumo all’aperto, fotografano la realtà attuale del consumo
fuori casa, che si posiziona a metà tra razionalizzazione ed evoluzione
degli stili di consumo.
L’aumento del consumo in casa lascia intendere come il preparato
fuori casa possa sempre più sostituire, in una tipica funzione
di servizio, il cibo preparato in casa; ma è anche vero che in
questo trend è leggibile la ricerca di una restituzione dell’esperienza
del fuori casa a condizioni economiche più vantaggiose. Inoltre,
il trend positivo del consumo all’aperto non è solo conseguenza
di un cambiamento dell’offerta e delle modalità di consumo,
ma denota un modificarsi e una diminuzione di quei tratti intimistici
associati al cibarsi e tipici dell’italiano, che hanno sempre costituito
un motivo di inibizione rispetto al consumo di cibo in pubblico e in particolare
all’aperto, come in parchi pubblici o per strada.I dati evidenziano
un netto aumento del consumo in casa di cibi o bevande acquistate fuori:
una funzione di servizio da una parte, ma anche il voler mantenere l’esperienza
del “fuori casa” a condizioni economiche più vantaggiose. Dettaglio
"fuori dal locale".
Se all’estero, in grandi città europee come Berlino, per
esempio, salta subito all’occhio il grande numero di persone che
consuma cibo e bevande agli orari più disparati, mentre si reca
da un posto a un altro, questo è un comportamento che è
ben più difficile osservare nelle città italiane, ma i dati
rilevati da CREST mostrano come anche nel nostro Paese questa sia la direzione
intrapresa.
(www.npd.com)
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