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FATTI E
PERSONE
Crisi: a picco la fiducia dei consumatori e anche
le tavole diventano sempre più povere
La Cia commenta i dati dell’Istat. Le difficoltà economiche,
complice anche il caro-benzina, spingono quattro famiglie su dieci a tagliare
la spesa alimentare. Il 60 per cento cambia menù e il 35 per cento
è costretto ad acquistare prodotti di qualità inferiore.
Gli italiani e la crisi. Non solo crolla a picco la fiducia dei consumatori,
ma anche la tavola, complice soprattutto il “caro-benzina”,
subisce gli effetti di una situazione sempre più difficile per
il nostro Paese. E così quattro famiglie su dieci tagliano la spesa
alimentare; il 60 per cento cambia addirittura menù; mentre il
35 per cento è costretto a optare per prodotti di qualità
inferiore. Analoga la percentuale di chi si rivolge agli hard discount
(i cui acquisti nel 2011 sono cresciuti di oltre 3 per cento) o guarda
esclusivamente alle “promozioni” commerciali. E’ quanto
sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori in merito ai dati
Istat di oggi sul clima di fiducia dei consumatori che ha toccato il livello
più basso dal 1996.
Sul fronte dei “tagli” -rileva la Cia - si riscontra, in particolare,
che negli ultimi dodici mesi il 41,4 per cento delle famiglie italiane
ha ridotto gli acquisti di frutta e di verdura, il 37 per cento quelli
di pane e il 38,5 per cento quelli di carne bovina.
Se, invece, si analizza la ripartizione geografica, si rileva -sostiene
la Cia- che nelle regioni del Nord il 32 per cento delle famiglie ha limitato
gli acquisti (il 39 per cento ha ridotto le “voci” pane e
pesce); in quelle del Centro la percentuale di chi ha tagliato i consumi
sale al 37 per cento (il 38 per cento ha ridotto il pane, il 46 per cento
il pesce, il 35 per cento la carne bovina). Mentre nelle regioni del Sud
si arriva al 49 per cento (il 38 per cento ha ridotto il pane e il 48
per cento la carne bovina).
Per quanto riguarda la scelta di prodotti di qualità inferiore,
l’orientamento delle famiglie, a livello nazionale, ha riguardato
-afferma la Cia- il pane per il 40,2 per cento, la carne bovina per il
46,2 per cento, la frutta per il 44,5 per cento, gli ortaggi per il 39,7
per cento, i salumi per il 32,5 per cento
Nel 2011 i consumi di cibo e bevande -ricorda la Cia- sono diminuiti del
2 per cento. Gli italiani, quindi, continuano a comprare poco e, quando
lo fanno, passano per sconti e promozioni commerciali o cercano il massimo
risparmio nelle cattedrali del “low-cost”. Significa che oggi
quasi 10 milioni di famiglie riempiono di meno le buste della spesa, spesso
perdendo anche in qualità del prodotto. Una situazione che non
sembra destinata a cambiare, visto che le difficoltà economiche
delle famiglie restano forti e che il clima di fiducia è sempre
più basso. (www.cia.it)
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