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FATTI E
PERSONE
Vini, oli di oliva e cioccolata campioni del made in Italy in
Cina
Ci sono buone probabilità che la Cina, nel giro di pochi anni,
assuma un ruolo di rilievo tra gli sbocchi dell'agroalimentare made in
Italy. Anche se attualmente il Paese asiatico figura al 22mo posto tra
i mercati di destinazione, con un' incidenza dello 0,8% sull'export complessivo.
Nell'intera annata 2011 emerge, da un'analisi Ismea sull'interscambio
Italia-Cina, che le esportazioni dei nostri prodotti agroalimentari verso
il Paese del Dragone, pari a circa 250 milioni di euro, sono cresciute
in valore del 30% (+66% per il solo settore primario), mentre sul fronte
delle importazioni (590 milioni circa) i dati riportano una crescita più
lenta, di poco superiore al +18%.
Vino, cioccolata e grassi vegetali (olio di oliva in particolare) sono
le categorie di prodotto italiane più gettonate, con un'incidenza
del 73,5% dell'export totale tricolore oltre la Grande Muraglia.
Nel 2011, in base ai dati GTI (fonte Dogane cinesi) elaborati dall'Ismea,
l'Italia ha spedito in Cina 31 milioni di litri di vino per un valore
di circa 68 milioni di euro. Si tratta di una quota ancora contenuta (6,5%
in valore) che vede l'Italia solo al quinto posto tra i fornitori di vino
in un mercato dominato dal prodotto francese (51,9%), ma che presenta
potenzialità di crescita elevatissime. Basti pensare che dal 2009
al 2011 l'export di vini italiani in Cina è quadruplicato sia per
volumi che per corrispettivi monetari. Nella lista dei fornitori oltre
alla Francia figurano, davanti all'Italia, Australia, Cile e Spagna.
L'Italia, come emerge dall'analisi Ismea, è invece in cima alla
lista dei Paesi fornitori di cioccolata e altre preparazioni a base di
cacao, davanti a Belgio, Svizzera e Germania. Nel 2011 la Cina ne ha importate
complessivamente 31mila tonnellate per un valore di 165 milioni di euro.
Di questi il 44% in valore e il 38% in volume sono di provenienza italiana.
Per quanto riguarda l'olio di oliva, che è il terzo prodotto tricolore
più esportato a Pechino, l'Italia si colloca al secondo posto
dietro la Spagna, con una quota di mercato che nel 2011 è però
scesa in valore al 23,4% (era al 35% nel 2010), in una fase peraltro di
forte crescita delle importazioni cinesi.
Tra i prodotti simbolo del Made in Italy, la pasta, nonostante un trend
in crescita, è ancora ben lontana dall'affermarsi nelle abitudini
alimentari del gigante asiatico. Complessivamente la Cina ha acquistato
nel 2011 circa 22 mila tonnellate di pasta estera (28 milioni di euro
in valore), di cui quasi il 30% proveniente dall'Italia, che detiene
la quota di mercato più rilevante davanti a Taiwan e Corea del
Sud.
Le importazioni dalla Cina, conclude lo studio, rappresentano invece l'1,5%
dell'import agroalimentare complessivo italiano e sono costituite per
oltre due terzi da ortaggi e legumi, conserve a base di pomodoro e prodotti
ittici. (www.ismea.it)

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