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FATTI E
PERSONE
Agricoltura: pd, una pdl per la giornata nazionale del mondo contadino
Al mondo della civiltà contadina nel suo complesso contesto
antropologico e culturale potrebbe presto essere dedicata una Giornata
nazionale ed una rete della memoria attraverso archivi e centri di documentazione.
A presentare una proposta di legge per l'istituzione della Giornata nazionale
dedicata alla cultura del mondo contadino e della Rete italiana della
memoria della civiltà contadina è un gruppo di deputati
del Pd, prima firmataria Susanna Cenni.
Nel testo della relazione illustrativa si legge come “gli sviluppi
e le metodologie della produzione agricola attraverso i decenni, le rivendicazioni
per ottenere un moderno Stato sociale, le lotte sindacali, i flussi demografici
dell’inizio del secolo scorso verso i Paesi esteri, la presenza
massiccia di braccianti e contadini nelle truppe militari - continua -
il successivo e determinante contributo alla guerra di Liberazione, il
boom industriale e l’urbanizzazione delle città; il riconoscimento
della funzione di presidio ambientale e di tutela della biodiversità
oramai presente in ogni indirizzo dell’Unione europea nazionale,
regionale, che orienti l’uso delle risorse pubbliche in agricoltura,
fino alla recente valorizzazione dei prodotti tipici, dei flussi turistici
e delle economie che attorno ad essi si sviluppano e alla riscoperta di
un connubio importante tra attività agricola e patrimonio paesaggistico
ambientale, sono solo alcuni tra i principali passaggi storici che hanno
visto un ruolo, spesso di primo piano, del mondo contadino, un mondo quindi
protagonista - prosegue il testo - di cambiamenti e dell’evoluzione
culturale e sociale. La civiltà contadina – si precisa
inoltre nel testo - pur con caratteristiche e processi storici differenziati
territorialmente, non può essere rappresentata solo attraverso
l’immagine dei 'lavoratori della terra'”.
Al riguardo della rilevanza antropologica del mondo contadino, nel testo
della relazione si mette in evidenza che “nella letteratura antropologica
i contadini fanno parte di un’area intermedia tra le società
più semplici e quelle complesse e industriali – prosegue
- Gli studi antropologici hanno messo in evidenza, in questo contesto,
le pratiche attinenti alle società contadine -prosegue- senza dimenticare
che appartengono all’universo 'contadino' anche i lavoratori senza
terra o con contratti parziali. In Italia la lista di queste forme occupazionali
è stata studiata accuratamente ed è ampia e diversificata”.
In merito alla rappresentazione del mondo contadino nella letteratura,
si sottolinea che: “E' stato inoltre fortemente rappresentato nella
cultura e nella letteratura, dalla satira del villano fino al mito del
contadino tra emigrazione e ribellione nell’Italia moderna –
continua - anche il cinema ha dato le proprie diversificate letture mostrando
sia il mondo degli “umili” già menzioniamo (“L’albero
degli zoccoli” di Ermanno Olmi), sia quello delle ribellioni (“Novecento”
di Bernardo Bertolucci) o anche dell’urbanizzazione (“Berlinguer
ti voglio bene” di Giuseppe Bertolucci), per fare qualche esempio”.
“È comunque opinione diffusa che l’epopea dei contadini
italiani rappresenti, nella sua evoluzione storica, sociale e culturale,
una pagina drammatica ed epica della storia nazionale. Mutamenti, spesso
radicali, di un mondo dei valori e delle usanze arcaici, che ha perso
gradualmente la sua identità e la sua funzione – prosegue
il testo -, subendo al tempo stesso quel disagio 'relativo' verso i nuovi
consumi urbani che ha fatto emergere una contraddittoria situazione sociale
favorendo l’abbandono della terra verso il lavoro dipendente o la
nascita di piccole imprese. Lo testimoniano, ad esempio – si spiega
nel testo- gli studi di Nuto Revelli e di Emilio Sereni, i numerosi musei
e centri espositivi di documentazione sul mondo contadino, le opere di
bonifica, le riforme agrarie oltre alle raccolte delle testimonianze dirette
e gli archivi orali”.
Nel testo si fa riferimento inoltre alla situazione attuale del mondo
contadino sottolineando che: “Alcuni aspetti della civiltà
contadina che ha caratterizzato la prima metà del Novecento, non
sono del tutto dispersi e abbandonati. Tutt’oggi si può parlare
di “contadini “ riferendosi alle aziende familiari presenti
nell’agricoltura contemporanea. Certo si tratta di famiglie ben
diverse – continua - in un’epoca di denatalità, di
aziende capaci di coniugare la ricerca e l’innovazione con le antiche
conoscenze, con la sapienza e con la pratica delle più naturali
tecniche colturali; di fattorie che hanno imparato a integrare con ricettività
turistica o produzione energetica il reddito agricolo”.
“E ancora vale la pena di ricordare – continua il testo -
il rilievo che i contadini e le loro attività rappresentano,
soprattutto nelle aree più marginali del nostro Paese, quale presidio
del territorio e del paesaggio”.
In merito al valore ed alla importanza della figura del contadino, anche
in base a recuperi antropologici, sociali e culturali nel testo si legge
come stia prendendo avvio: “Una oggettiva, riparatrice e quanto
mai opportuna rivalutazione della figura del contadino e anche una grande
attenzione al tema del recupero della 'memoria' dei saperi e degli strumenti
per la sua trasmissione – continua - sui quali enti e amministrazioni
pubblici, soggetti privati e associazioni sono impegnati. Si ricomincia
a parlare con riconoscenza del 'contadino' guardando al futuro e non solo
al passato”.
“Si guarda alla civiltà contadina – prosegue - come
a un pezzo della nostra storia da recuperare anche nell’ambito di
un necessario ripensamento dei modelli di sviluppo e di crescita”.
In merito alla proposta di legge nella relazione si legge che : “Questo
provvedimento è dedicato a un tema che, forse più di altri,
sfuggendo a una periodizzazione puntuale, evoca la lunga durata e, in
un’epoca di incessante mutamento dei rapporti sociali nonché
di profonda crisi dei modelli economici e di sviluppo, ripropone la riflessione
su realtà e su modi di vivere e di pensare che solo una nozione
univoca e banalizzata di modernità considera ormai consegnati
a un passato definitivamente trascorso”.
Sempre al riguardo della proposta si precisa che: "E' composta
da tre articoli: il giorno 11 novembre, in cui ricorrono le celebrazioni
di San Martino (data particolarmente rilevante per la vita economica e
sociale delle campagne italiane), è riconosciuto dalla Repubblica
italiana come Giornata nazionale dedicata alla cultura del mondo contadino
(articolo– prosegue - la Giornata viene così a rappresentare,
ai sensi dell’articolo 2 (che esclude nuovi o maggiori oneri per
la finanza pubblica una scadenza per tutti coloro i quali, a vario titolo,
si occupano delle problematiche inerenti alla cultura contadina: le istituzioni,
il mondo agricolo, gli istituti culturali pubblici e privati, i singoli
studiosi impegnati direttamente nella conservazione e nella diffusione
della memoria che l’11 novembre intende celebrare, pure attraverso
una consistente rete di musei, archivi e biblioteche, ma anche le associazioni
dei produttori, i cooperatori, gli imprenditori, la scuola, l’università
e la ricerca”.
“L’articolo 3 – conclude il testo - definisce infine,
dati la straordinarietà del materiale storico, documentario e didattico
raccolto e le numerosissime iniziative locali in essere, la messa in rete
di tutte le realtà (centri di documentazione, raccolte di testimonianze,
centri didattici eccetera) che nella loro complessità daranno vita
alla Rete italiana della memoria della civiltà contadina”. (www.agenparl.it)
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