FATTI E
PERSONE Ogni anno circa 42 kg di cibo vanno sprecati per ciascun cittadino. Un calcolo effettuato nell’indagine “Dar da mangiare agli affamati. Le eccedenze alimentari come opportunità”, realizzata da Fondazione per la sussidiarietà e Politecnico di Milano, in collaborazione con Nielsen Italia, ogni anno in Italia vengono buttati via 12,3 miliardi di euro di cibo, di cui la metà direttamente dai consumatori. Gran parte dell'eccedenza alimentare non viene recuperata per il consumo umano e solo una piccola parte, poco più del 6 per cento, è donata alle cosiddette «banche del cibo» e ad enti caritativi, per uno spreco a livello nazionale pari a 5,5 milioni di tonnellate all'anno, ossia il 92,5 per cento dell'eccedenza e il 16 per cento dei consumi. Quasi il 50 per cento delle eccedenze generate nella filiera agroalimentare è recuperabile per l'alimentazione umana con relativa facilità, attivando un circuito virtuoso in cui tutte le aziende della filiera collaborano, in un contesto normativo che tenda a garantire la qualità senza creare inutile burocrazia; l'indagine mostra che la collaborazione tra istituzioni, filiera agroalimentare e realtà non profit è fondamentale per rispondere al bisogno alimentare di tante persone indigenti, soprattutto nell'attuale momento di crisi, registrato anche nel settore della vendita dei prodotti alimentari, che nel mese di aprile 2012 è calata del 6 per cento rispetto allo stesso periodo dello stesso anno. Un gruppo di deputati del Pdl ha presentato una mozione, a prima firma dell’on. Rocco Ghirlanda, al governo impegnandolo a incentivare un meccanismo virtuoso per il recupero del cibo, attraverso il collegamento di tutti gli attori della filiera agro-alimentare. (www.agenparl.it)
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