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FATTI E
PERSONE
CRISI: COLDIRETTI, QUADRI PER SALAMI. E’
TORNATO IL BARATTO
Piace a 3 italiani su 4 l’idea di scambiare merci senza moneta
Quadri in cambio di salami, una pianta di fiori per una bottiglia di vino,
cassette di mele in cambio di statuette ricordo, ma anche bottiglie di
olio scambiate per cassette di frutta e un weekend in agriturismo in cambio
di ospitalità a Roma sono alcuni degli “affari” realizzati
nel primo mercato del baratto al Festival nazionale di Campagna Amica
“Cibi d’Italia” al Circo Massimo a Roma. Contro la crisi
della moneta si tratta - sottolinea la Coldiretti - della prima esperienza
italiana di mercato di scambio fisico di prodotti Made in Italy con convenienza
reciproca senza spendere un euro. Una iniziativa per evidenziare i danni
provocati dalla finanza esasperata degli ultimi anni, ma anche per sottolineare
l’importanza - sottolinea la Coldiretti - di tornare a sostenere
l’economia reale in un difficile momento di crisi. Lo scambio di
merci senza moneta secondo un sondaggio della Coldiretti è una
idea che piace a 3 italiani su 4 che con la crisi aguzzano l’ingegno
e per cercare di continuare a stare bene. Si riscoprono - precisa la Coldiretti
- vecchie ricette come il baratto, ma anche formule di scambio innovative.
Il baratto è stato per secoli a fondamento dell'economia e, in
un momento di contrazione dei consumi come quello che si sta vivendo,
si rivela un ottimo modo per entrare in possesso di prodotti rinunciando
ad alcune delle tante cose inutilizzate che si trovano nelle case. Se
il baratto rappresenta una forma estrema di commercio sono molte le forme
innovative e curiose di risparmio che si sono affermate come ad esempio
il proliferare dei gruppi di acquisto solidali (Gas), il boom degli acquisti
e dei confronti dei prezzi sul web o addirittura il carpooling della spesa
con un numero crescente di persone che di fronte al caro benzina si mettono
in auto assieme per dividere i costi e andare a fare la spesa nei punti
più convenienti, dalle aziende agricole ai mercati degli agricoltori,
dai mercati all’ingrosso agli ipermercati fino ai discount. Un fenomeno
di rilievo, che ha una dimensione di territorio e prossimità, ma
che si dispiega anche come rete funzionale che tiene insieme la filiera
che va dal produttore al consumatore rendendola più stretta e trasparente,
è quello dei Gruppi solidali di acquisto (Gas) che coinvolgono
il 18,6 per cento degli italiani, vale a dire quasi 7 milioni di persone,
di cui quasi 2,7 milioni in modo regolare, secondo l’analisi Coldiretti/Censis.
Reti che nascono da esigenze di acquisto, dalla voglia di ritrovare un
diverso, migliore equilibrio tra qualità e prezzo, ma che finiscono
per andare molto oltre, perché esprimono valori più alti
rispetto alla pur importante dimensione commerciale, valori che hanno
un forte contenuto di socialità, di ripensamento di fatto del modello
di organizzazione della produzione e della società. Ogni Gas ha
propri criteri per selezionare i fornitori, individuare i modi di consegna,
stabilire con il produttore un prezzo equo e scegliere cosa acquistare
privilegiando la stagionalità, il biologico, il sostegno alle cooperative
sociali, la riduzione degli imballaggi, le dimensioni del produttore o
infine la vicinanza territoriale (chilometro zero). Le modalità
di acquisto variano notevolmente e vanno dalla consegna a domicilio, alla
prenotazione via internet fino “all'adozione” in gruppo di
interi animali o piante da frutto. Anche gli accordi del gruppo di acquisto
con l'azienda sono differenti e possono prevedere - sostiene la Coldiretti
- la consegna settimanale del prodotto (ad esempio una cassetta di frutta
e verdura di stagione) oppure la formulazione di specifici ordini per
telefono o attraverso internet ma anche tramite abbonamento con l'offerta
di prodotti a scadenze fisse e pagamento anticipato. Le modalità
maggiormente diffuse sono la distribuzione di cassette di ortofrutta a
cadenza settimanale o bisettimanale e la vendita di pacchi di carne. Non
va inoltre dimenticata la rivoluzione nel mercato di vini e degli alimenti
determinata dal web dove oltre il 29 per cento degli italiani dichiara
di fare ricerche per confrontare prezzi, qualità dei cibi, secondo
l’analisi Coldiretti/Censis. Si tratta di un numero non lontano
da 15 milioni di persone nel complesso ed in particolare sono oltre 5,7
milioni a farlo regolarmente. Quello che è interessante - conclude
Coldiretti - è la tendenza a formare community, aggregati di individui
uniti da interessi, passioni, valori comuni. Così ci sono oltre
415 mila italiani che dichiarano di partecipare regolarmente a community
sul web centrate sul cibo, e sono invece complessivamente oltre 1,4 milioni
quelli che ci partecipano, comprendendo coloro che lo fanno di tanto in
tanto. (www.coldiretti.it)
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