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FATTI E
PERSONE
Salone Gusto: Banca addio. 50% dei giovani
sogna agriturismo
Oggi la maggioranza dei giovani italiani, a differenza delle generazioni
che li hanno preceduti, non sogna più un lavoro nell’ufficio
di una banca magari in una grande metropoli, ma vorrebbe invece gestire
un agriturismo in piena campagna. E’ quanto emerge da una analisi
Coldiretti/Swg divulgata in occasione dell’inaugurazione del Salone
del Gusto/ Terra Madre a Torino che evidenzia l’affermarsi tra i
più giovani di una nuova cultura del cibo, dell’ambiente
e in generale della qualità della vita.
La metà dei giovani tra i 18 ed i 34 anni - sottolinea la Coldiretti
- preferirebbe infatti gestire un agriturismo piuttosto che fare l’impiegato
in banca (23 per cento) o anche lavorare in una multinazionale (19 per
cento). Si registra dunque - continua la Coldiretti - un profondo cambiamento
rispetto al passato quando la vita in campagna era considerata spesso
sinonimo di arretratezza e ritardo culturale nei confronti di quella in
città. Il contatto con la natura ed i suoi prodotti – precisa
la Coldiretti - è diventato premiante rispetto all’impegno
negli strumenti finanziari di un istituto di credito o nei prodotti fortemente
pubblicizzati di una grande multinazionale. Venute meno le garanzie del
posto fisso che caratterizzavano queste occupazioni sono emerse tutte
le criticità di lavori che in molti considerano ripetitivi e poco
gratificanti rispetto al lavoro in campagna.
Si tratta di una vera rivoluzione culturale che non riguarda in realtà
solo i giovani poiché in generale tra tutti gli italiani ben il
28 per cento - riferisce la Coldiretti - scambierebbe - il proprio lavoro
con quello dell’agricoltore. I motivi di tale scelta sono indicati
nel fatto che per il 50 per cento così si fa una vita più
sana, per il 18 per cento ci si sente più liberi e autonomi e per
il 17 per cento per il piacere di vivere in campagna, mentre solo il 7
per cento ritiene che si guadagni di più.
Sembra essersi rovesciata la scala dei valori rispetto al passato quando
il denaro sembrava guidare le scelte della stragrande maggioranza ed emergono
invece sensibilità nuove che trovano risposte anche nell’agricoltura.
Una inversione di tendenza che si riscontra anche a livello scolastico
con gli Istituti Agrari che - sottolinea la Coldiretti - hanno aumentato
dell’11 per cento il proprio peso percentuale sul totale di iscritti,
mentre sono scesi quelli dei Licei, secondo i dati 2012 del Miur.
Il risultato - precisa la Coldiretti - è il fatto che per la prima
volta da almeno dieci anni in Italia aumentano i giovani agricoltori con
un incremento del 4,2 per cento nel numero di imprese individuali iscritte
alle Camere di Commercio nel secondo trimestre del 2012. Oggi nel nostro
Paese sono attive ben 62mila imprese condotte da giovani con meno di 30
anni che, secondo l’indagine Coldiretti/Swg, nel 36,5 per cento
dei casi hanno una scolarità alta (specializzato, laureato, laureando),
nel 56 per cento media (scuole superiori) e nel 6,5 per cento bassa (scuole
medie).
(www.coldiretti.it)
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