FATTI E PERSONE

Aviaria: Finalmente riconosciute le ragioni degli allevatori italiani
La Cia commenta la sentenza della Corte di Giustizia Ue. I nostri produttori subirono danni ingenti.
 
Finalmente riconosciute le ragioni degli allevatori avicoli italiani, duramente colpiti dall’effetto aviaria che causò un crollo considerevole dei consumi. Così la Cia-Confederazione italiana agricoltori commenta la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea che ha accolto il ricorso presentato nel 2005 dal nostro governo contro l’Esecutivo di Bruxelles per la mancata adozione di provvedimenti contro la crisi di mercato che colpì gli allevamenti nazionali.
Ingiustificati allarmismi, notizie enfatizzate e distorte, poca chiarezza. Più di un’epidemia, fu -ricorda la Cia- una pandemia mediatica. Una catastrofe, un vero e proprio dramma. Sull’onda emotiva, l’influenza aviaria, che in Italia non c’è mai stata, ebbe le sue “vittime”: gli allevatori, i lavoratori della filiera avicola, i commercianti.
In quei mesi -rileva la Cia- il settore avicolo subì una perdita secca di 50 milioni di euro alla settimana. La “debacle” dei consumi (meno 60 per cento) di pollame rischiò di cancellare l’intero settore avicolo italiano.
L’auspicio ora è che la sentenza della Corte di Giustizia, che dà ragione ai nostri allevatori, possa aprire un percorso che permetta di recuperare quei finanziamenti che all’epoca furono negati, anche se al momento un’ipotesi del genere appare molto difficile. (www.cia.it)



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