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FATTI
E PERSONE
L’agricoltura biologica che vogliamo nel 2020
6 proposte per un migliore regolamento
sul biologico. Semplificazione burocratica, gestione sicura delle importazioni,
apertura a forme di certificazione diversa che diano garanzia ma si adeguino
alle piccole aziende, nessuna tolleranza verso gli OGM, definizione di
requisiti ambientali ed energetici, inclusione di nuovi ambiti quali la
ristorazione collettiva: questi i temi cardine proposti oggi per la revisione
del regolamento europeo 834/07, che definisce regole e modalità
di certificazione del biologico. A discuterne questa mattina, nel corso
della tavola rotonda.
“L’AGRICOLTURA BIOLOGICA CHE VOGLIAMO NEL 2020”, organizzata
da AIAB, sono stati il presidente di AIAB Alessandro Triantafyllidis,
Teresa De Matthaeis del MIPAAF, Stefano Masini, Responsabile Area Ambiente
e Territorio di Coldiretti, Vittorio Cogliati Dezza, Presidente di Legambiente,
Fulvio Mamone Capria, Presidente della LIPU , Emilio Gatto, Direttore
Generale ICQRF, Giovanni Cavinato, Presidente di ICEA, Massimo Crivellaro,
VALOREITALIA, Vincenzo Vizioli, presidente di FIRAB ed Andrea Ferrante,
Vice Presidente IFOAM EU.
Il primo regolamento europeo che ha permesso al settore del biologico
di affermarsi è stato emanato nel 1991, integrato ed emendato numerose
volte è stato poi completamente rivisto nel 2007 con l'emanazione
del Reg. 834/07. Attualmente è iniziato un importante processo
di revisione dell'intero impianto regolamentare relativo all'agricoltura
biologica che porterà all'entrata in vigore nel 2016 di un nuovo
regolamento.
In tale contesto AIAB ha iniziato un percorso di consultazione nelle regioni,
coinvolgendo i diversi portatori d'interesse, per raccogliere idee e proposte
che arricchiranno l'iter di discussione con l’obiettivo di formulare
una proposta concreta di revisione inclusiva di tutte le istanze del biologico
italiano. Tale proposta verrà portata alle istituzioni nazionali
e comunitarie e condivisa con i colleghi degli altri Stati Europei.
“È iniziato il lungo processo di revisione del regolamento
di riferimento, un momento delicato rispetto al quale non possiamo stare
a guardare – ha dichiarato il presidente di AIAB, Alessandro Triantafyllidis
–. Dobbiamo essere molto attivi per guidare la riflessione, se non
vogliamo vedere stravolto il concetto di biologico che abbiamo fin qui
difeso e non vogliamo perdere quella sana originalità che ha fatto
del biologico una vera avanguardia politica, culturale, sociale ed economica.
Oltre al regolamento però, per raggiungere gli ambiziosi obiettivi
a beneficio della collettività che il biologico garantisce, non
si può prescindere da una PAC che sostiene questo fondamentale
momento di cambiamento. E purtroppo così non sembra, alla luce
delle proposte sulla nuova PAC e dei massicci tagli al relativo budget,
che mirano più a mantenere delle rendite di posizione che a sostenere
un reale sviluppo reale di cui i contadini debbono essere i protagonisti
principali”.
Tra gli argomenti prioritari identificati per il processo di revisione
sono stati identificati alcuni punti da trasformare in proposte a breve
e a lungo periodo:
Una riforma nella certificazione e nel sistema di controllo per garantire,
insieme alla sicurezza, anche il facile accesso ai produttori interessati
al metodo biologico. Attualmente l’eccesso di burocrazia è
un deterrente all’accesso di piccole aziende e di intere filiere
locali.
Un sistema di importazione trasparente che non permetta la creazione di
pericolose falle.
Maggiore tutela della biodiversità.
Attenzione all'efficienza energetica, all'uso di energie rinnovabili ed
alla tutela delle risorse primarie.
Mantenere il biologico libero da OGM, confermando l'impossibilità
della coesistenza.
Includere nuovi campi di applicazione come ad esempio la ristorazione
collettiva.
(www.aiab.it)
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