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FATTI
E PERSONE
Inchiesta Vinitaly-Winenews: come sarà
il 2011 secondo le più importanti aziende del vino italiano
Un lettura esclusiva dell’attuale scenario economico
da parte di 50 aziende tra le più rappresentative del made in Italy
in bottiglia, protagoniste di Vinitaly (7-11 aprile)
Come sarà il 2011 per il vino italiano?
La risposta arriva da un’inchiesta Vinitaly-Winenews condotta fra
le 50 aziende più rappresentative del made in Italy in bottiglia
e presenti a Verona per il prossimo Vinitaly (7-11 aprile; www.vinitaly.com),
l’evento di riferimento del panorama enologico internazionale. Le
50 cantine interpellate, tra le più importanti del Belpaese, chiudono
un buon 2010, con fatturati cresciuti dell’8% ed export che corre
a due cifre (+14%), e confermano un sentiment positivo per il 2011. Le
imprese del vino, dunque, ritrovano fiducia e cominciano a non vedere
così lontani scenari analoghi a quelli pre-crisi. La chiusura del
2010 ha confermato una ritrovata vitalità commerciale delle aziende
tricolore del comparto, che hanno registrato (75% del campione) una crescita
del proprio fatturato da un minimo del 2% ad un massimo del 25%. A tirare
la volata sono decisamente le esportazioni, in crescita per il 90% delle
aziende interpellate, con percentuali che vanno dal 3% fino al 50%. Il
15% delle aziende ha dichiarato una stabilità del proprio fatturato
nel 2010, e sono relativamente poche (10%) quelle che hanno, invece, visto
decrescere i propri introiti. Sul fronte dell’export 2010, soltanto
il 10% del campione ha rilevato il proprio andamento delle esportazioni
stabile. Le aziende vitivinicole italiane ritrovano fiducia dopo due anni
(2008-2009) di contrazione, sia nei fatturati che nella forza penetrativa
sui mercati esteri, che tornano oggi a confermare il loro ruolo di principale
sbocco commerciale per le etichette tricolori.
Il 75% delle aziende dichiara un sentiment abbastanza positivo sull’anno
appena cominciato, ulteriormente “rinforzato” da un 15% che
lo prevede positivo, contro un 10% che, invece, lo percepisce ancora negativo.
Il 2011 si presenta, dunque, come un anno che potrebbe sancire il definitivo
recupero del trend di crescita innescato nel 2007.
Ma se guardiamo al comparto del vino, l’empasse economica mondiale
ha posto di fronte agli imprenditori vitivinicoli criticità decisamente
meno gravi di quanto si siano presentate in altri comparti e, agendo quasi
esclusivamente sulla leva dei prezzi, un punto di assestamento è
stato trovato abbastanza velocemente. Non senza, peraltro, il lavoro fondamentale
e puntuale delle aziende sul loro core business ormai sempre più
conclamato e cioè quello dei mercati esteri, dove accanto ad una
ripresa di quelli storici e più maturi (Usa e Germania su tutti)
sono cominciate operazioni interessanti anche sui cosiddetti mercati “emergenti”
(Cina, ma anche Russia ed Estremo Oriente in genere). Si tratta di strategie
che necessariamente hanno interessato soprattutto le aziende dal forte
“peso economico specifico” e dalle capacità imprenditoriali
più sviluppate. Realtà produttive che ancora restano tendenzialmente
limitate rispetto al panorama complessivo del mondo vitivinicolo del Belpaese,
caratterizzato da un patrimonio di imprese polverizzato e da fatturati
ancora piuttosto deboli. Ma è improprio parlare di una situazione
ormai risolta, tanto che gli imprenditori del vino italiano non hanno
nascosto alcuni “tallone di Achille” che continuano a rappresentare
potenziali minacce: al primo posto ci sono le incognite economiche (per
il 46%), al secondo la debolezza dei consumi (forse l’unica criticità
che rimanda al mercato interno, notoriamente quello più avaro di
soddisfazioni, anche grazie ad un clima “neoproibizionista”
che di certo non aiuta), ex-aequo con la perdita di competitività
internazionale, al terzo (15%) la concorrenza degli altri Paesi produttori.
Indicazioni che, evidentemente, rimandano tutte ai possibili problemi
che possono generarsi soprattutto nei mercati esteri, come a ribadire
ancora una volta che la strada del successo del vino italiano è
sempre più misurata da ciò che accade fuori dai confini.
Ufficio Stampa Verona Fiere
pressoffice@veronafiere.it
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