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FATTI E
PERSONE
Natale: crolla del 16% la spesa per i regali
Per ADOC un dono su treè riciclato, male l’abbigliamento,
cresce l’e-commerce
Secondo le stime dell’Adoc questo sarà
un Natale nerissimo per i consumi, con una spesa per i regali in calo
del 16% rispetto allo scorso anno, con boom del riciclo e dell’usato,
un dono su tre sarà di seconda mano. “Stimiamo che a Natale
le famiglie spenderanno circa il 16,6% in meno dello scorso anno, per
una media di 300 euro – commenta Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc
– un crollo causato dai continui rincari, dall’aumento dell’Iva
e delle tariffe. Chi non compra, ricicla. Quest’anno un regalo su
tre è di seconda mano, il 15% è addirittura fai-da-te. Crescono
del 10% anche i baratti. I soldi a disposizione sono limitati e molti
consumatori preferiranno regalare oggetti che già possiedono, dall’abbigliamento
(nel 38% dei casi) alle confezioni alimentari (23%), dai beni di consumo
come Dvd e libri (7%) e giochi elettronici (17%) a prodotti hi-tech come
Mp3 e telefonini (4%).
Negli Stati Uniti da anni vi sono siti che si occupano di riciclare regali,
e sono molto frequentati in questo periodo, ma anche da noi, colpa anche
della crisi, la crescita del riciclo è esponenziale. In fondo la
pratica del riciclo, se non cade nel cattivo gusto, può essere
un sistema giusto per evitare gli sprechi, e un buon cesto alimentare
riciclato, può tante volte far felici persone che non se lo potrebbero
permettere”. Tra i regali più gettonati, l’Adoc segnala
l’aumento dei prodotti alimentari e di quelli per la salute e il
benessere, calo vistoso per l’abbigliamento. “Registriamo
una crescita del 5% dei prodotti gastronomici, in particolare quelli Made
in Italy e tipici regionali – continua Pileri – e dei prodotti
per la salute e il benessere. In calo, per la prima volta, giocattoli
e videogiochi.
Anche i bambini sono stati colpiti dalla crisi economica, con la naturale
conseguenza che i regali per loro saranno sempre più low cost.
Basta giochi dispendiosi, che magari si usano un paio di volte e si mettono
via, i genitori oggi preferiscono regalare beni più duraturi e
“immateriali”, come lezioni di strumenti musicali o di arte,
o magari gite in famiglia istruttive.
Registra un calo vistoso anche il settore abbigliamento, addirittura del
4%, una flessione negativa che neanche i saldi molto probabilmente riusciranno
ad invertire. Saldi che riteniamo debbano essere anticipati a prima delle
festività natalizie. In altri Paesi, come negli Stati Uniti, la
stagione dei saldi parte a fine novembre e le famiglie mettono a disposizione
un budget di circa 900 dollari, in Inghilterra partono prima di Natale
e la spesa si aggira sulle 500 sterline. Con l’anticipo si potrebbe
fornire uno slancio ai consumi natalizi, con vantaggi sia per le famiglie
che per i commercianti. Inoltre va segnalata l’impossibilità
di utilizzare la tredicesima per l’acquisto dei regali, visto che
l’85% dell’entrata extra servirà a pagare le scadenze
mensili. Detassandola, al contrario, le famiglie avrebbero a disposizione,
in media, 300 euro in più, di cui circa il 60% potrebbe essere
dedicato agli acquisti e ai regali.”
Per Adoc i nuovi luoghi dove acquistare i regali sono i negozi online
e i mercatini, mentre la fascia di prezzo più gettonata per un
singolo regalo sarà tra i 20 e i 40 euro. “Registriamo un
trend al rialzo dei negozi online (+13% rispetto al 2010) e dei mercatini
(+5%), dove è possibile fare il pieno di prodotti economici e di
seconda mano – conclude Pileri - crollano le presenza nei piccoli
esercizi, l’8% in meno dell’anno scorso. Quest’ultimi
stanno profondamente pagando la crisi economica. Nei centri storici, mediamente,
il 20% dei piccoli esercizi ha chiuso o è in procinto di farlo.
Dal punto di vista del budget, invece, il 41% spenderà tra i 20
e i 40 euro per un singolo regalo, il 34% limiterà la spesa ad
un massimo di 20 euro, mentre solo il 7% spenderà più di
60 euro.” (http://www.adoc.org)
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