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FATTI E
PERSONE
Terza edizione osservatorio adi - nestlé sugli stili
di vita
Dieta mediterranea non ti conosco: quasi la metà degli
italiani non ne rispetta le raccomandazioni. Pochi legumi, frutta e verdura.
Largo ai cibi veloci, davanti alla tv e fuori casa
In occasione del XIV Corso Nazionale ADI - Associazione di Dietetica e
Nutrizione clinica in corso a Roma dal 9 al 12 novembre, sono stati presentati
i dati della terza edizione dell’Osservatorio ADI – Nestlé.
Lo studio che rappresenta una delle più complete indagini mai effettuate
nel nostro Paese sullo stato di forma fisica e sulle abitudini alimentari
della popolazione, si è focalizzato quest’anno sul rapporto
tra gli italiani e la dieta mediterranea. Le abitudini a tavola del Bel
Paese rappresentano, infatti, uno dei pilastri dello “Stile di vita
mediterraneo” che il prossimo 17 novembre compirà un anno
dalla dichiarazione di Patrimonio Immateriale dell’Umanità
Unesco.
I risultati dell’Osservatorio ADI-Nestlé mostrano come in
un’Italia dove un abitante su due è obeso (15%) o in sovrappeso
(29%), i princìpi alla base della tradizione alimentare nostrana
vengano rispettati solo dal 56% delle persone, a fronte del 93% degli
intervistati che riconoscono l’importanza di una dieta sana e equilibrata.
Largo utilizzo di cereali, legumi, ortaggi e frutta: questo è uno
dei dettami della dieta mediterranea, tuttavia l’Osservatorio ADI-Nestlé
segnala che il consumo di questi alimenti non è equilibrato in
larga parte della popolazione con il 71% delle persone che non consuma
legumi da 2 a 4 volte la settimana, e frutta (41%) e verdura (54%) tutti
i giorni.
“Tra le buone abitudini che sembrano essersi perse - commenta il
presidente della Fondazione ADI e coordinatore scientifico dell'Osservatorio
ADI-Nestlé, Giuseppe Fatati - il consumo di 5 pasti quotidiani
(in particolare spuntino mattutino e merenda) appannaggio solo del 16%
della popolazione e il rispetto dei tempi a tavola: un italiano su dieci
consuma pasti veloci tutti i giorni e il 49% delle persone lo fa almeno
due volte la settimana. Complici i ritmi della società contemporanea,
sempre più spesso sacrifichiamo i pasti. Per coprire il nostro
fabbisogno energetico non è solo necessario assumere la quantità
di calorie opportuna per il nostro fisico, ma farlo in maniera efficace
dedicando il tempo necessario e evitando buchi di molte ore.”
Erroneamente chi non rispetta le giuste frequenze della dieta mediterranea
saltando spuntino e merenda crede che saltare i pasti sia un buon modo
per perdere peso. “In realtà - continua Fatati - proprio
la corretta frequenza nei pasti permettere di metabolizzare ciò
che ingeriamo”.
La componente conviviale dei pasti, alla base della cultura culinaria
nazionale, si scontra con l’amore degli italiani per la televisione:
sei persone su dieci dichiarano infatti di consumare il proprio pasto
davanti allo schermo almeno 2 volte la settimana, addirittura il 30% delle
persone siede a tavola davanti alla tv tutti i giorni. Il tradizionale
pasto consumato in cucina o in salotto cede il passo anche a causa dell’abitudine
sempre più diffusa di mangiare fuori casa: a farlo tutti i giorni
è un italiano su 10, mentre il 42% delle persone pranza fuori almeno
2 volte la settimana. Il pasto più comunemente consumato al ristorante,
al bar o in ufficio è il pranzo (40%) seguito dalla cena (34%).
L’Osservatorio ADI-Nestlé evidenzia anche un rapporto diretto
tra una maggior sedentarietà e le abitudini alimentari scorrette:
la metà di chi non rispetta la dieta mediterranea dichiara anche
di fare poco moto.
Lo studio ha individuato infine anche differenti approcci all’alimentazione
che coinvolgono la sfera del piacere, del benessere e della funzionalità.
Se per la maggioranza delle persone (41%) l’alimentazione è
sentirsi sani e in forma, un altro il 23% ricerca nel cibo appagamento
e piacere. Nel paese della buona cucina sono però in molti a riconoscere
nel cibo una ragione principalmente funzionale con il 25% delle persone
che mangia per nutrirsi e l’7% per acquisire energia.
“La dieta mediterranea - conclude Fatati - fa parte di un patrimonio
culturale che è importante non perdere: non sono solo regole, ma
si tratta di uno stile di vita, una filosofia. Nella dieta mediterranea
non esistono alimenti da escludere, ma scelte alimentari all’insegna
dell’equilibrio. Fondamentale infine percepire il gusto di ciò
che assumiamo, mangiando con calma e dedicando tempo al pasto e a chi
lo assapora con noi.
LA METODOLOGIA
La terza edizione dell’Osservatorio ADI-Nestlé ha visto coinvolto
un campione rappresentativo della popolazione italiana per sesso, età,
area geografica e ampiezza del centro della popolazione di 1.000 individui
intervistati telefonicamente. Il questionario inoltre è stato compilato
online da oltre 5.500 persone che hanno offerto una fotografia esatta
dello stato di salute del paese. Quale parametro alla base dell’indagine
per individuare eventuali scostamenti alla dieta mediterranea, sono state
utilizzate le “Linee Guida per una Sana Alimentazione Italiana”
diffuse dall’ Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la
Nutrizione INRAN.
Info Nestlè
Letizia Balducci, tel. 02 81817406, marialetizia.balducci@il.nestle.com
Ufficio Stampa Edelman
Wanda Gatti, 39 02 63 11 6.287,
Mobile: + 39 3457140782
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