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FATTI E
PERSONE
Natale, a tavola vince il menù tricolore. Ed è “boom”
per la spesa in campagna
Secondo la Cia, le feste alle porte segnano
il crollo delle mode esotiche in cucina, mentre trionfa il prodotto nazionale.
Nove italiani su 10 festeggeranno a casa con parenti e amici, spendendo
1,6 miliardi solo per il pranzo del 25 dicembre. Sempre più famiglie
comprano direttamente nelle aziende agricole e nei mercatini allestiti
dagli agricoltori soprattutto nelle zone rurali.
Tutto pronto per le tavole di Natale. Tavole “casalinghe”
e rigorosamente “made in Italy”. A vincere anche quest’anno,
infatti, saranno i “banchetti” in famiglia con prodotti legati
alla tradizione e al territorio. Fatte fuori le mode esotiche e ridotti
all’osso viaggi e vacanze, ben 9 italiani su 10 hanno deciso di
trascorrere le feste tra le mura domestiche con parenti e amici e di cancellare
i menù esterofili, prediligendo portate “tricolore”
nel 75 per cento dei casi. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori
alla vigilia delle festività.
Certo la crisi si fa sentire. Ma gli italiani -spiega la Cia- preferiscono
tirare la cinghia su regali (meno 3,5 per cento) e viaggi (meno 7 per
cento), piuttosto che rinunciare ai piaceri della tavola. Secondo i nostri
dati, quest’anno solo il 19 per cento degli italiani spenderà
meno per cibo e bevande, mentre ben l’81 per cento lascerà
praticamente inalterato il budget per il cenone della vigilia e per i
pranzi di Natale e Santo Stefano.
Più in dettaglio, ogni famiglia sborserà in media 140 euro
per imbandire le tavolate del prossimo week-end. Con una spesa complessiva
stimata in 1,6 miliardi di euro per il solo pranzo di Natale e intorno
a un miliardo per il cenone del 24 dicembre. Ma gli acquisti saranno comunque
più oculati -osserva la Cia- con prodotti e specialità enogastronomiche
legate al territorio e alle tipicità regionali.
Niente spese folli, quindi: salmone, ostriche e frutta esotica verranno
consumate con il contagocce. Mentre sarà un trionfo di ragù,
bollito, tortellini in brodo, torte rustiche e dolci artigianali. Soprattutto
in vista del cenone, che vedrà al centro del menù il pesce
(che registra proprio in questi giorni il consumo più elevato dell’anno),
le famiglie compreranno pesce azzurro e capitone invece del “modaiolo”
e costosissimo caviale. E poi ancora una volta lo spumante trionferà
sullo champagne, con oltre il 95 per cento dei brindisi “made in
Italy”.
A crescere sarà anche la “spesa in campagna”, con un
incremento del 15 per cento rispetto al 2010 -aggiunge la Cia-. Più
di 9 milioni di italiani si recheranno nelle aziende agricole che fanno
vendita diretta e nei mercatini allestiti in questi giorni dagli agricoltori,
soprattutto nelle zone rurali. Una scelta che premia non soltanto la qualità,
la tipicità, la freschezza e la salubrità dei nostri prodotti
agricoli, ma alleggerisce lo scontrino. Nelle aziende agricole, infatti,
si acquista a prezzi molto più contenuti rispetto a quelli praticati
da supermercati e centri commerciali, con un risparmio che può
arrivare fino al 30 per cento.
In particolare -conclude la Cia- la spesa alimentare delle feste natalizie
sarà così ripartita: carni e salumi (18,5 per cento); pesce
(11,8 per cento); pasta e pane (14,2 per cento); formaggi e uova (13,1
per cento); ortaggi, conserve, frutta fresca e secca (15,3 per cento);
vini, spumanti e altre bevande (14,7 per cento); pandori, panettoni, torroni
e dolci in generale (12,4 per cento). (www.cia.it)
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