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FATTI E
PERSONE
Inflazione: S’infiammano i prezzi a settembre. E’
già cominciato “l’effetto Iva” sugli alimentari
Secondo la Cia, la situazione rischia di peggiorare ancora
nei mesi successivi. C’è il serio pericolo di deprimere ulteriormente
la domanda di cibo e bevande, già stagnante da oltre un anno, allontanando
ancora di più la ripresa.
Sulla crescita dell’inflazione a settembre comincia a pesare l’aumento
dell’Iva dal 20 al 21 per cento. I prezzi dei carburanti sono già
saliti al 15,4 per cento e questo incremento si è riversato a cascata
su tutti i beni che vengono trasportati, quindi anche su quelli che mantengono
l’Iva al 4 per cento come la stragrande maggioranza dei prodotti
alimentari. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando
i dati diffusi oggi dall’Istat.
La conseguenza immediata è che i prezzi degli alimentari sono aumentati
dello 0,3 per cento rispetto ad agosto e dal 2,2 al 2,3 per cento su base
annua. In particolare -ricorda la Cia- i prezzi dei prodotti lavorati
hanno registrato il più 0,2 per cento sul piano congiunturale e
il più 3 per cento su quello annuale, mentre i prodotti freschi
hanno segnato più 0,4 per cento sul mese precedente e più
0,9 per cento a livello tendenziale, con un vero e proprio “boom”
per il pesce (più 10 per cento).
Ora il rischio è che la situazione peggiori nei prossimi mesi -continua
la Cia- a cominciare da ottobre, quando l’incremento dell’Iva
di un punto percentuale esplicherà del tutto i suoi effetti. Un
aumento che potrebbe tradursi presto in un ulteriore calo dell’1,5
per cento dei consumi alimentari, già fermi al palo da più
di un anno. L’Iva maggiorata, assieme al pericolo di speculazioni
e di rialzi di prezzo ingiustificati, può davvero portare l’Italia
a pagare un conto salatissimo, allontanando ancora di più la speranza
di ripresa economica. (www.cia.it)
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