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FATTI
E PERSONE
Commercio extra Ue: il boom export è anche merito del vino
made in Italy
Fuori dai confini comunitari, le produzioni
vitivinicole nazionali spiccano il volo: nel 2010 il 33 per cento del
vino importato in Usa “parla” italiano. Raddoppiate del 100
per cento le esportazioni in Cina, va benissimo anche con la Russia (più
52 per cento).
Dopo un 2010 “super”, continua anche a gennaio il boom dell’export
italiano verso i paesi extra Ue. L’anno scorso le esportazioni complessive
sono cresciute del 15,7 per cento, con una dinamica più vivace
proprio sui mercati non comunitari, e nel primo mese del 2011 questo trend
è stato confermato: più 34,9 per cento su base tendenziale
e più 8,7 per cento rispetto al mese precedente. Un rialzo eccezionale
a cui ha contribuito fortemente l’agroalimentare, e in particolare
il vino, che proprio nel 2010 ha segnato il suo record storico delle esportazioni.
Con incrementi senza precedenti in paesi come Usa, Russia e Cina. Lo afferma
la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando i dati diffusi
dall’Istat sul commercio estero extra Ue.
Anche se non ci sono ancora stime sulle performance del vino “made
in Italy” a gennaio -spiega la Cia- i risultati del 2010 fanno ben
sperare. Nel corso dell’anno passato, il vino ha messo a segno un
fatturato straordinario pari a 3,5 miliardi di euro, in aumento del 10
per cento sul 2009, e diventando così la prima “voce”
dell’export agroalimentare nazionale. Merito di bottiglie “certificate”
come il Brunello, il Chianti, il Lambrusco, il Montepulciano, il Vermentino,
il Barolo etc.
E il primo mercato extracomunitario di sbocco, con un quarto del valore
totale delle esportazioni, è rappresentato proprio dagli Stati
Uniti -continua la Cia- dove il vino nostrano ha conquistato il podio
battendo tutti i concorrenti e scalzando paesi come Francia e Australia.
In dettaglio, nel 2010 l’export vitivinicolo verso gli Usa è
cresciuto in valore del 9 per cento, e oggi ben il 33 per cento del vino
bevuto nella nazione “parla” italiano. Ma i grandi mercati
“a stelle e strisce” per il nostro paese restano soprattutto
New York, California, New Jersey e Michigan.
Anche a gennaio, vino incluso, i partner più dinamici all’export
italiano extra Ue sono gli Stati Uniti (più 64,9 per cento). Ma
vanno bene -conclude la Cia- anche gli scambi commerciali con Mercosur
(più 62,5 per cento), Turchia (più 45,2 per cento), Russia
(più 35,5 per cento) e, in misura più contenuta, Cina (più
29,8 per cento). E proprio Mosca e Pechino sono le altre due “potenze”
che nel 2010 hanno importato in maniera esponenziale vino “made
in Italy”, con un incremento annuo superiore al 100 per cento per
la Cina e con un rialzo del 52 per cento per la Russia. (www.cia.it)
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