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FATTI
E PERSONE
Istat: migliora il clima di fiducia, ma i consumi alimentari restano
al palo
Secondo la Cia il maggiore ottimismo dei consumatori
sulla situazione economica del Paese, segnalato a febbraio dall’Istituto
nazionale di statistica, non incide sul carrello della spesa. Dopo un
2010 negativo (meno 0,6 per cento),gli acquisti domestici alimentari sono
stimati in lieve calo anche nel 2011, tra il meno 0,2 e il meno 0,3 per
cento.
Il miglioramento del clima di fiducia dei consumatori a febbraio non incide
sui consumi alimentari, che restano al palo anche nel primo scorcio del
2011. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando
i dati diffusi oggi dall’Istat.
Il maggiore ottimismo sul futuro della situazione economica del Paese
e della famiglia segnalato dall’Istituto nazionale di statistica
-spiega la Cia- è un bel segnale di ripartenza, dopo due anni di
crisi nera, ma non coinvolge il carrello della spesa. Gli italiani restano
attenti a risparmiare sul cibo (e sul tipo di supermercato), tanto che
una vera ripresa dei consumi alimentari non arriverà prima del
2012.
Quest’anno invece la situazione resta stazionaria -osserva la Cia-.
Nel 2011 gli acquisti domestici alimentari sono stimati ancora in lieve
riduzione, tra il meno 0,2 e il meno 0,3 per cento, con una flessione
della domanda più marcata nel Mezzogiorno che nel resto d’Italia.
Una previsione che segue il trend del 2010, quando i consumi agroalimentari
hanno subito un calo complessivo dello 0,6 per cento. Un risultato che
è frutto -ricorda la Cia sulla base dei dati Ismea- della contrazione
della domanda domestica di carni bovine (meno 4,4 per cento), prodotti
ittici (meno 3,1 per cento), vini e spumanti (meno 2,9 per cento) e frutta
e agrumi (meno 1,8 per cento). Sembra positivo invece il dato delle quantità
acquistate di olio d’oliva (più 3 per cento) e derivati dei
cereali (più 0,7 per cento), mentre gli altri comparti (latte e
derivati, ortaggi e patate, carni avicole, carni suine e salumi) mantengono
una sostanziale stabilità.
In più, sempre nel corso del 2010, circa il 30 per cento dei consumatori
si è rivolto quasi esclusivamente alle “promozioni”
commerciali, che sono sempre più frequenti soprattutto nella Grande
distribuzione. Ed è anche aumentata la percentuale di famiglie
(il 10 per cento) che ha acquistato prodotti agroalimentari presso gli
hard-discount, dove la spesa è a prezzi più che contenuti.
(www.cia.it)
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