FATTI E PERSONE

Biologico: un affare mondiale da 54,9 miliardi di dollari.
In Italia è sempre “boom”. Bene l’ortofrutta. Dopo l’aumento dell’11,6 per cento registrato nel 2010, tra gennaio e febbraio il “bio” nazionale sale al 13 per cento. Frutta e verdura biologici “rubano” quote di mercato ai prodotti alimentari convenzionali. Cresce del 9,5 per cento la spesa “bio” nei discount.
 
In Italia e nel mondo è ormai “bio-mania”. Mentre i consumi alimentari convenzionali ristagnano, da ogni parte del globo il segmento biologico conquista record e quote di mercato. Il giro d’affari nel 2010 è da far girare la testa: si tratta di ben 54,9 miliardi di dollari complessivi. Solo in Europa il “bio” vale 18 miliardi di euro l’anno, di cui oltre 2 miliardi “prodotti” nel Belpaese. Tutto merito della maggiore attenzione dei consumatori verso il “mangiar sano”, ma anche delle copertine conquistate dal settore sui giornali più patinati. Basta pensare all’orto biologico di Michelle Obama alla Casa Bianca o alla cena “bio” allestita per il ‘Royal Wedding’ di William e Kate. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando i dati diffusi dall’Ismea.
In Italia il biologico continua la sua corsa inarrestabile -ricorda la Cia-. Dopo l’incremento dell’11,6 per cento messo a segno nel 2010, si assesta al più 13 per cento nei primi due mesi del 2011. Ma se a trainare la crescita sono ancora una volta pasta e riso (più 68,8 per cento) e latte e formaggi (più 20,7 per cento), comincia a consolidarsi anche il consumo di ortofrutta “bio”: nel primo bimestre, infatti, il segmento guadagna quasi il 12 per cento, con un peso sul totale degli acquisti di biologico pari al 23 per cento.
Ma la vera novità è il “sorpasso” della frutta e verdura “bio” rispetto a quella convenzionale. A livello tendenziale -spiega la Cia- i consumi di patate biologiche sono cresciuti tra gennaio e febbraio del 17,2 per cento rispetto al più 4,3 per cento di quelli “normali”; i finocchi “bio” sono aumentati del 32,4 per cento contro l’1,4 per cento dei convenzionali; le zucchine biologiche sono schizzate a più 18,4 per cento, lasciando al più 7 per cento quelle “normali”. Non solo ortaggi, stessa sorte è toccata alla frutta: se arance e clementine convenzionali hanno registrato variazioni negative comprese tra l’1 e il 3 per cento, quelle “bio” hanno segnato rispettivamente più 12,9 e più 27,7 per cento.
Ma il successo del biologico -continua la Cia- è reso evidente anche dalla presenza massiccia di questi prodotti nelle catene della Gdo. Nel primo bimestre 2011 salgono gli acquisti “bio” in supermercati (più 19 per cento) e ipermercati (più 12,5 per cento), ma soprattutto aumenta esponenzialmente la spesa “bio” nei discount, che arriva al più 9,5 per cento tra gennaio e febbraio.
Il bio-consumo, comunque, non è solo quello domestico -conclude la Cia-. Cresce la presenza di ristoranti con menù biologico (più 24 per cento), di agriturismi (più 11 per cento) e di mense scolastiche (più 10 per cento). (www.cia.it)


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