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FATTI
E PERSONE
Gli Italiani preferiscono acquistare il vino al supermercato
Ma un terzo acquista direttamente dal produttore. L’acquisto
nei punti vendita delle cooperative preferito dal 17% degli italiani.
Oltre 700 i punti vendita delle cantine Fedagri su tutto il territorio,
350 milioni di euro il fatturato Un terzo della popolazione italiana (37%)
acquista regolarmente vino in azienda, anche se ipermercati e supermercati
si confermano il luogo d’acquisto preferito per l’acquisto
del vino (41%). Ma a conferma che vendita diretta e grande distribuzione
siano canali di vendita complementari e non antitetici, c’è
una buona metà degli italiani (49%) che compra solitamente il vino
non solo presso la grande distribuzione, ma anche presso le cantine produttrici.
Sono questi alcuni dei dati dello studio di Fedagri-Nomisma “Gli
italiani e il vino. Comportamenti e propensione all’acquisto diretto
dal produttore” presentato oggi nell’ambito del convegno organizzato
da Fedagri-Confcooperative, al quale hanno partecipato il presidente
di Fedagri Maurizio Gardini, il presidente di Coop italia Vincenzo Tassinari
e il presidente di Federconsumatori Rosario Trefiletti.
I consumatori italiani sembrano dunque gradire molto la possibilità
di acquistare il vino direttamente presso i produttori. “Una scelta
sulla quale incidono – spiega il Presidente del Settore Vitivinicolo
di Fedagri Adriano Orsi – fattori quali la garanzia in termini di
qualità e origine che il canale di vendita diretta offre e la fiducia
derivante dalla conoscenza diretta di chi produce il vino”.
“Tra le imprese vitivinicole da cui gli italiani comprano il vino
– spiega Denis Pantini di Nomisma – in prima fila ci sono
le cooperative, che vengono preferite dal 17% degli italiani responsabili
degli acquisti di vino in famiglia. Solitamente esse si trovano nello
stesso comune di residenza del consumatore (36%) o nelle sue vicinanze
geografiche (29%). Tradizione e stretto legame con il territorio che non
a caso sono tra i punti di forza delle cooperative, nelle quali la vendita
diretta – ricorda ancora Orsi – ha origini che risalgono fino
a cento anni fa, quando le cantine raccoglievano l’uva dei produttori,
la trasformavano in vino e la rivendevano al mercato, ricavando così
una parte importante del reddito prodotto per i propri soci, con benefici
immediati per quella comunità di cui è parte integrante”.
Oggi che la grande distribuzione è di fatto l’interlocutore
privilegiato delle aziende cooperative, la vendita diretta delle 420 cooperative
di Fedagri appare come un fenomeno assolutamente non marginale, come dimostrano
i seguenti numeri: oltre 700 punti vendita distribuiti su tutto il territorio,
85.000 metri quadri la superficie di vendita complessiva stimata, 350
milioni di euro l’anno il fatturato stimato, che rappresenta una
percentuale media pari al 19,8% del fatturato complessivo.
“Il primato dei punti vendita cooperativi - spiega Antonello Ciambriello
di Fedagri-Confcooperative, autore del focus sulla vendita diretta - è
delle regioni del Centro Italia (Toscana, Marche, Umbria e Lazio), che
hanno una media di oltre 3 punti vendita per cantina, mentre le cooperative
che ricavano fatturati più significativi dalla vendita diretta
sono quelle del Nord-Ovest (Valle D’Aosta, Piemonte, Lombardia e
Liguria) che realizzano una percentuale pari al 38% del proprio fatturato,
con punte superiori all’80% in alcune realtà del Piemonte
e della Liguria”.
Ma quali sono le cooperative oggi maggiormente attive sul fronte della
vendita diretta? “Sicuramente le cantine di piccole e media dimensione:
dai dati Fedagri emerge – continua Ciambriello – che all’aumentare
della dimensione della cantina cooperativa diminuisce il peso del fatturato
derivante dalla vendita diretta, in quanto è più forte la
propensione di queste imprese ad essere presente sui mercati nazionali
ed esteri attraverso la grande distribuzione e il canale horeca”.
Formati e prezzi - I consumatori che acquistano vino in cantina hanno
la possibilità di acquistare oltre ai vari formati di bottiglie,
anche il vino sfuso, che è acquistabile in ben 8 cantine su 10.
La forbice dei prezzi di vendita va da un minimo di 0,60 euro/litro ad
un massimo di 4,5 euro/litro per gli sfusi; nella maggior parte dei punti
vendita (66%) è possibile acquistare vino ad un prezzo che non
supera 1,20 euro/litro. Per quanto riguarda i vini confezionati, i prezzi
al pubblico vanno da un minimo di 1,30 euro a bottiglia per i vini Igt
ad un prezzo medio massimo di 22 euro per particolari vini a denominazione
da “selezione”.
L’offerta dei prodotti e il profilo del consumatore - Il vino non
è tuttavia il prodotto esclusivo venduto dalle cantine, che sempre
di più hanno cominciato ad ampliare la loro offerta con altri prodotti
di origine cooperativa, in prevalenza locali, tra i quali olio extravergine
di oliva (acquistabile in circa metà delle cantine), frutta, ortaggi
e conserve (nel 27% delle cantine), miele e confetture (26%) e formaggi
(12%). L’81% delle cantine di fedagri ha dichiarato che il poter
disporre di altri prodotti cooperativi nel proprio punto vendita sia un
valore aggiunto per la propria attività.
Infine, i consumatori che fanno acquisti nei punti vendita delle cantine
cooperative sono per il 53% consumatori locali, per il 30% turisti, per
il 15% soci e dipendenti e per il restante 2% gruppi di acquisto collettivo.
Ufficio Stampa Fedagri-Confcooperative
Alina Fiordellisi
fiordellisi.a@confcooperative.it
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