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FATTI
E PERSONE
I GRATTACIELI DEL VERDE
Dai giardini pensili alle “vertical farms”
la citta’ del futuro si allea con l’agricoltura
L’evoluzione del vivere civile in Europa sta cambiando radicalmente
il modo di intendere il verde urbano, che fino a ieri era sostanzialmente
visto come un accessorio all’edilizia. Oggi assume un significato
completamente diverso, strettamente legato alle funzioni che svolge per
il miglioramento della qualità della vita dei cittadini, nell’attuazione
del protocollo di Kyoto, nella stabilizzazione e nella difesa del territorio.
In un processo così dinamico, grazie anche alla disponibilità
di nuovi materiali e tecnologie, nascono idee all’avanguardia, come
il verde verticale. Tetti verdi, giardini pensili, muri viventi, facciate
vegetali. Se la città si sviluppa in verticale, anche il giardino
la segue.
Il verde verticale si inserisce come soluzione polivalente, ad alto valore
scenografico e con grandi possibilità di miglioramento degli ambienti
urbani. Ma non solo. Le previsioni sono quelle di un mercato che non si
basa solo su un trend estetico, ma che è strettamente legato alla
necessità di risparmio energetico, di mitigazione ambientale, di
riduzione dell’inquinamento dell’aria, acustico e visivo.
Tutta la filiera del settore del verde (progettisti, produttori, costruttori
e manutentori) è coinvolta. Ma serve anche una diversa attenzione
da parte delle pubbliche amministrazioni che devono diventare parte attiva
nella promozione di sistemi innovativi.
Assieme al verde ornamentale, potrebbe, in un futuro non così lontano,
arrivare in città anche l’agricoltura, complice la “fame”
di terra coltivabile dei prossimi decenni, di cui si hanno già
le prime avvisaglie.
Molti Paesi con economie in forte sviluppo (quelli arabi per ragioni climatiche,
Cina e India per l’aumento della popolazione) si stanno assicurando
il futuro comprando terra all’estero, Africa, estremo Oriente, America
centrale.
Entro 50 anni si calcola che la popolazione mondiale raggiungerà
un livello tra gli 8 e gli 11 miliardi. Nutrire questi nuovi arrivati
richiederà 1 miliardo di ettari supplementari di terra coltivabile,
che non esiste, e ciò comporterà la necessità di
individuare nuove soluzioni per la nostra agricoltura.
Tra quelle più probabili le “vertical farms”, le “fattorie
verticali” nelle aree metropolitane. Biotorri autosufficienti dal
punto di vista energetico, dedicate alle coltivazioni idroponiche, basate
quasi esclusivamente sulla presenza di acqua e sostanze nutrienti per
le piante. Con il vantaggio di maggiori produzioni più elevate
e più salubri, a parità di gusto e valore nutritivo.
La proposta vincente potrebbe essere quella di usare i grattacieli agricoli
per riqualificare gli spazi urbani dismessi dall’industria o le
periferie alienanti.
E già qualcosa si muove anche in Italia: per
l’Expo 2015 di Milano l’Enea ha pensato alla prima “vertical
farm” del mondo, che dovrebbe diventare i simbolo della città.
Si chiamerà “Sky-land”
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Confagricoltura
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