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FATTI
E PERSONE
Vendemmia 2010: si potrebbe tornare ai livelli 2008
Per la campagna 2010/11 si stima una crescita contenuta nei limiti
del +5%, che potrebbe riportare i volumi a superare 46 milioni di ettolitri.
Sarà comunque da valutare, a fini quantitativi, l’incidenza
rappresentata dalla vendemmia verde, misura attivata per la prima volta
proprio quest’anno, così come il rischio patogeni in diverse
aree causa l’umidità. Nel complesso il Vigneto Italia si
presenta in salute e la qualità è buona
Le stime produttive per la prossima vendemmia sembrerebbero indicare una
crescita rispetto allo scorso anno, con un aumento comunque contenuto
entro i limiti del 5%. Se così fosse, in volume assoluto, la campagna
2010 potrebbe tornare sui livelli del 2008 e superare quota 46 milioni
di ettolitri. Secondo i dati Istat nel 2009 la produzione vinicola si
era invece fermata a 45,4 milioni di ettolitri. Attesa, in media, una
qualità buona. È quanto emerge da una prima ricognizione
sullo stato dei vigneti della Penisola, svolta da Ismea e Unione Italiana
Vini, nella prima decade di luglio.
La cautela è, comunque, d’obbligo perché come di consueto
per gli esiti produttivi saranno determinanti la fine di luglio e il mese
di agosto. Ci sarà, infatti, da valutare quanto le riserve idriche
accumulate durante l’inverno risulteranno sufficienti a contrastare
l’attuale ondata di caldo e in che misura si riuscirà ad
arginare i potenziali attacchi dei patogeni - un rischio in molte aree
a causa dell’umidità - ad oggi tuttavia ben controllati.
Quest’anno sugli esiti della campagna inciderà anche la variabile
legata agli effetti della vendemmia verde, attivata per la prima volta,
che di fatto va a togliere materia prima dal circuito produttivo. La misura
si aggiunge poi alla riduzione delle superfici vitate determinata dalle
estirpazioni con premio. Nel 2010 sono state accolte domande per 10.741
ettari che si vanno ad aggiungere a quelle per gli 11.571 ettari dello
scorso anno. In molte aree, inoltre, aumenta la consuetudine di ricorrere
al diradamento per fini qualitativi.
Una caratteristica che accomuna il Vigneto Italia di quest’anno
è il ritorno a un calendario “normale”, dopo gli anticipi
del 2009: il freddo rigido che ha contraddistinto il lungo e piovoso inverno
ha infatti rallentato lo sviluppo vegetativo, determinando uno slittamento
in avanti, rispetto allo scorso anno, di quasi tutte le fasi fenologiche.
Scendendo nel dettaglio regionale si osserva una sostanziale omogeneità
all’interno delle diverse macro-aree nazionali. Nel Nord, infatti,
quasi tutte le regioni si collocano, al momento, su livelli produttivi
uguali o leggermente superiori alla campagna scorsa. Previsioni in linea
con il 2009 anche per il Centro, ad eccezione delle Marche, dove, come
in larga parte delle regioni meridionali, si stima un recupero, almeno
parziale, delle perdite subite lo scorso anno. Al generalizzato incremento
del Sud sembrano, tuttavia, sottrarsi le produzioni delle due isole maggiori.
Dettaglio regionale
In Piemonte (=/+) se l’inverno tra il 2008 e il 2009 era stato ricco
di precipitazioni nevose, quello tra il 2009 e il 2010 si è caratterizzato
per il freddo e il gelo. Ha fatto seguito una primavera fredda e molto
piovosa, che si è conclusa con un’ultima settimana di forti
precipitazioni, dopo che si è avuto un periodo più caldo
tra metà maggio e inizio giugno.
Nei vigneti, quindi, l’inizio della germogliazione si è verificato
con ritardo rispetto alla norma, calcolabile dai 10-15 giorni. Il bel
tempo di maggio e giugno ha poi accelerato lo sviluppo vegetativo, creando
qualche problema di gestione della chioma e di controllo delle fitopatie,
in particolare della peronospora.
La grandine ha colpito alcune aree, soprattutto nel Cuneese, ma la sua
incidenza così precoce potrebbe avere limitato i danni a un diradamento
iniziale dei grappoli.
Tutto considerato, la buona allegagione e la consistente umidità
nel terreno fanno prevedere la presenza di abbondanti quantitativi di
uva, sebbene l’ormai abituale pratica del diradamento potrebbe tendere
a ridimensionare l’aumento produttivo rispetto allo scorso anno.
Poche, invece, le adesioni alla vendemmia verde.
In Lombardia (=) lo sviluppo vegetativo mostra un ritardo di circa 10
giorni che potrebbe, comunque, essere recuperato grazie al caldo attuale.
A una normale fioritura ha fatto seguito un’allegagione molto buona,
solo in alcuni casi lievemente compromessa dagli sbalzi termici.
Nonostante qualche avvisaglia di peronospora e oidio, lo stato sanitario
del vigneto è molto buono. Le riserve di acqua accumulate durante
l’inverno, inoltre, sembrano scongiurare il pericolo di stress idrico
durante i prossimi mesi.
Le previsioni produttive, da prendere comunque con cautela, fanno pensare
a volumi in linea con l’annata precedente, con alcune zone, come
l’Oltrepò, che potrebbero anche raggiungere livelli superiori.
Per la Valle d’Aosta (=/+) si stima una produzione leggermente superiore
a quella dello scorso anno e una qualità molto buona. Le fasi fenologiche
si sono susseguite accumulando un ritardo di almeno 10 giorni rispetto
alla norma. Ad una buona germogliazione e fioritura è seguita una
mediocre allegagione. Al momento non si segnalano particolari patologie
della vite.
In Liguria (=) lo sviluppo della vite è partito con un ritardo
di circa una settimana rispetto al 2009, ma il caldo di luglio potrebbe
annullarlo e far iniziare la vendemmia con lo stesso calendario dello
scorso anno. Sul fronte fitosanitario c’è stato allarme per
la comparsa della peronospora, peraltro efficacemente controllata, e al
momento non si segnalano altri problemi.
In Veneto (=) l’andamento meteo, caratterizzato da un inverno particolarmente
rigido e poi da una primavera piovosa, ha influito sullo sviluppo vegetativo:
regolare nelle sue diverse fasi, ma con un ritardo di oltre una settimana
rispetto al 2009. Il caldo di fine giugno e degli inizi di luglio potrebbe,
comunque, favorire un certo recupero.
Lo stato fitosanitario del vigneto non registra, ad oggi, situazioni particolarmente
critiche, anche se le abbondanti piogge che si sono protratte per gran
parte del mese di giugno hanno causato qualche difficoltà all’esecuzione
dei trattamenti. Continua a essere alta l’attenzione per la peronospora,
comunque controllata, mentre destano preoccupazioni gli attacchi di botrite.
La vendemmia 2010 in Trentino (=/+) sembrerebbe attestarsi sui livelli
dell’anno precedente. Lo sviluppo vegetativo risulta in ritardo
di circa dieci giorni rispetto alla vendemmia passata con fasi fenologiche
che si sono susseguite senza particolari problemi. La vegetazione si presenta
rigogliosa. La maggior parte dei viticoltori ha eseguito la sfogliatura
meccanica o manuale che migliora l’esposizione dei grappoli e riduce
l’incidenza di malattie da crittogame. Non si segnalano, peraltro,
danni da patogeni, sebbene l’oidio si sia manifestato con più
aggressività rispetto alla norma. La maggior presenza di uva rispetto
allo scorso anno verrà, di fatto, annullata dalla pratica del diradamento.
Anche in Alto Adige (=) le condizioni del vigneto sono tra il buono e
l’ottimo con uno sviluppo in ritardo di dieci giorni sullo scorso
anno. Buone le prospettive in termini di qualità.
In Friuli Venezia Giulia (=) la produzione non sembra discostarsi da quella
dello scorso anno, peraltro non abbondante. L’inverno freddo, come
in molte altre regioni, ha provocato un ritardo delle prime fasi fenologiche
di circa dieci giorni. Il gelo della fine di dicembre ha condizionato
il germogliamento in tutta la regione. Con danni piuttosto rilevanti soprattutto
nei vigneti più giovani, mentre in quelli più adulti i problemi
si sono avuti solo su alcune varietà, come Sauvignon, Pinot grigio,
Prosecco e Traminer. La fioritura è avvenuta in condizioni climatiche
ottimali, mentre l’allegagione è da considerarsi mediamente
buona, tranne per alcune varietà per le quali si è verificata
cascola (Cabernet Franc, Verduzzo friulano e Picolit) e che ora presentano
grappoli spargoli. In provincia di Pordenone e Udine si sono registrati
problemi anche a seguito della grandine che ha colpito a macchia di leopardo.
Contenuti, grazie ai monitoraggi e a interventi tempestivi, i problemi
derivanti da attacchi di patogeni. Le frequenti precipitazioni di metà
maggio, infatti, hanno provocato l’insorgere di peronospora e, a
seguire, botrite, a carico di foglie e tralci.
Si prevede una buona annata dal punto di vista quantitativo per l’Emilia
Romagna (=/+). Le prime fasi vegetative hanno preso avvio con un ritardo
di 10 giorni circa a causa delle temperature al di sotto delle medie stagionali.
Questo non ha compromesso, comunque il risultato in termini quantitativi.
Il vigneto è apparso da subito molto rigoglioso, con grappoli pieni
e ben sviluppati. A fronte di questa situazione, vista la situazione di
mercato e soprattutto nell’ottica di una maggiore qualità,
molti viticoltori hanno già messo in previsione di intervenire
con il diradamento dei grappoli e con la defogliazione. A contenere l’entità
dell’aumento inizialmente previsto dagli operatori sono intervenute
anche grandinate che, a fine giugno, hanno compromesso, sebbene a macchia
di leopardo, alcune produzioni sia nelle province emiliane che in quelle
romagnole. Alta l’attenzione sul fronte fitosanitario. L’eccessiva
piovosità ha favorito, soprattutto in pianura, alcuni focolai di
peronospora che sono stati subito controllati con trattamenti tempestivi,
evitandone il radicamento e la diffusione. Al momento sono stati segnalati
rari focolai di oidio, per i quali si stanno facendo gli opportuni trattamenti.
Generalmente sui livelli dello scorso anno le produzioni del Centro Italia
a partire dalla Toscana (=) dove lo stato vegetativo presenta un ritardo
medio di poco più di una settimana. Le fasi fenologiche, dalla
cacciata all’allegagione, sono risultate mediamente buone, anche
se in alcune zone dell’area fiorentina la cacciata è apparsa
mediocre. Oltre al freddo invernale e alla pioggia primaverile, le avversità
climatiche sono continuate con alcune grandinate nelle zone più
alte del territorio senese e fiorentino: Castellina in Chianti, Panzano
in Chianti, Montalcino. Al momento la quantità delle uve risulta
in linea con lo scorso anno con una qualità giudicata buona e una
gradazione, probabilmente, con qualche grado babo in meno. I vigneti,
attualmente, si presentano in buono stato e solo a fine giugno sono stati
segnalati attacchi di peronospora leggermente superiori alla media del
periodo, a causa dell’eccessiva piovosità che ha caratterizzato
in particolare i mesi di maggio e giugno rendendo difficile in alcuni
casi l’esecuzione di trattamenti fitosanitari.
Situazione piuttosto buona nelle Marche (+) dove la vendemmia 2010 sembrerebbe
recuperare pienamente le perdite registrate l’anno prima. Lo stato
vegetativo della vite rientra nella media stagionale, in ritardo di oltre
una settimana sullo scorso anno, con un’abbondante cacciata a cui
hanno fatto seguito fioritura e allegagione ottimali. Questo ha permesso
un notevole aumento della carica di grappoli. La situazione fitosanitaria
non mostra un quadro particolarmente problematico, grazie al continuo
monitoraggio e alla lotta guidata. Nonostante questo si è registrato
qualche focolaio peronospora come ad esempio nella zona del Conero. Nell’ultima
decade di giugno, in alcune aree collinari, sono stati rilevati focolai
di oidio circoscritti, però, a vigneti nei quali non erano stati
effettuati trattamenti adeguati. Si sono verificate grandinate a macchia
di leopardo solo in alcune aree della provincia di Ancona e di Macerata,
che però non hanno arrecato danni irreversibili ai fini della produzione
finale, in quanto i vitigni colpiti sono in grado di recuperare grazie
all’ottimo stato vegetativo.
Una stagione complicata quella dei viticoltori dell’Umbria (=).
Dopo un inverno straordinariamente rigido e che si è protratto
fino a primavera inoltrata, sono seguiti due mesi caratterizzati da precipitazioni
piovose intense e frequenti. Condizioni queste che hanno determinato un
forte ritardo nella ripresa vegetativa dei vigneti, valutabile nell'ordine
delle due settimane, e un lavoro eccezionale per il controllo dei patogeni,
peronospora in primo luogo. Lo sviluppo vegetativo è stato buono
e fioritura e allegagione sono risultate così ricche da far prevedere,
in un primo momento, una produzione abbondante. Il maltempo e alcune grandinate
di inizio giugno hanno però ridimensionato gli incrementi previsti.
Per il prosieguo dell’estate è da escludere stress idrico,
vista l'ottima dotazione idrica dei terreni, mentre c’è massima
attenzione per lo stato sanitario dei vigneti.
Nel Lazio (=) la situazione vegetativa e sanitaria mostra, di fatto, una
regione divisa in due. Nella zona dei Castelli Romani il ciclo vegetativo
è partito con circa dieci giorni di ritardo per via di un inverno
che si è protratto più a lungo del solito. La cacciata è
stata buona, ma in seguito le frequenti piogge hanno condizionato fioritura
e allegagione, con grappoli che si presentano piuttosto spargoli. La troppa
umidità ha aumentato l'incidenza delle malattie del vigneto, della
peronospora in particolare, che non si presentava, in queste zone, con
tanta virulenza dal 2004. Chi ha agito per tempo aumentando la frequenza
dei trattamenti in vigna ha limitato i danni. Quantitativamente, ci si
aspetta, in queste zone, una produzione lievemente inferiore rispetto
all'anno passato, anche a causa degli abbandoni e degli espianti in corso.
Nella zona litoranea, invece, il calendario vegetativo risulta nella media
stagionale e in linea con quello considerato normale. Tutte le fasi dalla
cacciata all’allegagione sono risultate ottime, facendo prevedere
un lieve aumento della produzione anche grazie alla mancanza di particolari
avversità climatiche e alla buona tenuta dei trattamenti antiparassitari
che fino a ora hanno contenuto gli attacchi, in particolare, di peronospora.
Dopo la decisa flessione dello scorso anno sembra in netto recupero anche
la produzione dell’Abruzzo (+). L’andamento stagionale, caratterizzato
da forti escursioni termiche non ha ritardato le diverse fasi fenologiche
della vite rispetto alla media stagionale. Buono lo stato fitosanitario
dei vigneti, nonostante le condizioni meteo, caratterizzate da eccesso
di piovosità e temperature sopra la media, siano abbastanza favorevoli
allo sviluppo di peronospora. Si riscontrano solo alcuni attacchi di oidio
nelle aree collinari, subito circoscritti con interventi tempestivi.
Si attende in crescita anche la produzione della Campania (+), dove i
vigneti si presentano con uno sviluppo vegetativo in ritardo rispetto
allo scorso anno, ma in linea con un calendario ritenuto normale. Le abbondanti
piogge hanno creato un clima favorevole allo sviluppo della peronospora
che ha colpito però soprattutto i vigneti non specializzati e dove
non sono state applicate corrette pratiche agronomiche. Le buone riserve
idriche accumulate durante l’inverno e la primavera, stanno permettendo
alle viti, soprattutto nelle zone di collina dove non è sempre
possibile intervenire con irrigazione di soccorso, di non subire troppo
lo stress idrico e il caldo di queste prime settimane di luglio. Nella
regione l’adesione alla misura della vendemmia verde è stata
inferiore rispetto alle attese.
Pur senza tornare sui livelli produttivi
del 2008, la Puglia (+) sembrerebbe recuperare molte delle perdite registrate
nella scorsa vendemmia. In tutta la regione la situazione sembra abbastanza
buona, sebbene a differenziare le diverse zone ci siano i tempi del calendario
vegetativo. Nel Nord, infatti, si evidenzia un ritardo di qualche giorno
rispetto allo scorso anno, a fronte di un anticipo nelle aree salentine.
Le piogge primaverili hanno favorito un germogliamento uniforme dei tralci
permettendo lo sviluppo di un elevato numero di grappoli. Lo stato sanitario
nel complesso è buono perché la peronospora, comparsa comunque
in forma leggera, è stata ottimamente controllata. Leggeri gli
attacchi di oidio, soprattutto in quei vigneti non sottoposti a sfogliatura.
Più abbondante dello scorso anno
anche la produzione stimata per il Molise (+). I vigneti sono ben sviluppati
grazie a fasi fenologiche che si sono susseguite in modo ottimale, sebbene
con un ritardo di circa una settimana che potrebbe essere recuperato con
il caldo dell’estate. Eseguiti i trattamenti preventivi contro peronospora
e oidio, per cui lo stato sanitario del vigneto, per il momento, non desta
preoccupazioni.
Anche in Calabria (+), alla luce dell’ottimo sviluppo vegetativo,
si stima una vendemmia più abbondante della precedente. Tuttavia,
l’aumento potenziale sarà in parte compensato dall’adesione
dei viticoltori alla vendemmia verde. Lo stato di salute del vigneto è
ottimo. L’andamento stagionale ha fatto ritardare di una settimana
cacciata, fioritura e allegagione, ritenute però ottime. Lievi
gli attacchi di peronospora e oidio in alcune zone, comunque ben controllati.
Si prospetta abbondante anche la vendemmia della Basilicata (+), sebbene
non tanto da recuperare il calo dello scorso anno. Le piogge, che si sono
susseguite per i primi sei mesi di quest’anno, hanno creato una
buona riserva idrica da cui attingere anche in caso di un’estate
particolarmente siccitosa. Ancora da quantificare i danni da peronospora
e oidio, di cui si sono registrati focolai nelle ultime settimane.
A differenza delle altre regioni del Sud,
la Sicilia (-) si presenta alla vigilia della nuova campagna con previsioni
di produzione in calo rispetto allo scorso anno. Sull’andamento
della vendemmia influiranno le condizioni meteo verificatesi in primavera,
quando fioritura e allegagione sono state accompagnate da temperature
più basse rispetto alla media stagionale e da vento di scirocco
che ha interessato, in particolare, la Sicilia occidentale e la fascia
costiera. Ma non solo. Saranno infatti da valutare anche la forte adesione
alla vendemmia verde alla quale si aggiunge l’abbandono, con premio,
dei vigneti. Sono stati circa 10.000 gli ettari per i quali è stata
accolta la domanda di vendemmia verde e questo potrebbe togliere dalla
produzione, potenzialmente, circa un milione di quintali di uva. A questo
si aggiunga il fatto che negli ultimi due anni il vigneto siciliano, grazie
alle estirpazioni con premio, è calato di oltre 5.000 ettari. Buone,
comunque, le aspettative sulla qualità delle uve, così come
buono lo stato di salute dei vigneti: si registra solo una leggera comparsa
di oidio a macchia di leopardo.
In Sardegna (-/=) il susseguirsi delle fasi vegetative, con una buona
fioritura, ma una non altrettanto ottimale allegagione dovuta ad avversità
atmosferiche come forti venti e accentuate escursioni termiche, fa prevedere
un volume produttivo difficilmente superiore a quello, già non
abbondante, dello scorso anno. Si registra, inoltre, l’aumento degli
attacchi di peronospora e oidio rispetto alla media a causa delle prolungate
piogge.
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