FATTI E PERSONE

Entro dieci anni un turista su due sarà asiatico
L'importanza del settore turistico in Europa non si limita al fatturato, che si aggira sui 600 miliardi di euro, pari al 10% del PIL, includendo il vasto indotto. Il turismo è anche una fonte di occupazione molto rilevante, dato che impiega un esercito di 22 milioni di addetti, pari al 12% dell'intera forza lavoro.

Il turismo esercita un formidabile effetto di volano, in termini di occupazione e competitività, su molti altri settori economici e produttivi. In questi giorni è in corso a Malta il Forum Europeo del Turismo che tratta i temi della competitività e della crescita sostenibile dell’industria del settore, in presenza del Commissario europeo Antonio Tajani, dei ministri e dei rappresentanti delle principali federazioni europee.
A fine giugno la Commissione europea ha presentato il documento: “Europa prima destinazione del mondo. Un nuovo quadro politico per il turismo”. L'entrata in vigore del Trattato di Lisbona ha aperto nuove possibilità per il settore a livello europeo, riconoscendo la portata economica e strategica del settore e sviluppando politiche coordinate. L'obiettivo è ovviamente quello di attrarre turisti da ogni parte del mondo, specialmente dai mercati emergenti come la Cina, che continuano a essere attratti dall'Europa. Rispettando le competenze nazionali, l’Europa è in grado di fornire il suo valore aggiunto alle azioni già intraprese negli Stati membri, anche a livello regionale e locale. L'Europa punta sulla diversificazione dell’offerta turistica e sull’innovazione dei prodotti e dei servizi, destinati ad essere sempre più transfrontalieri.
I numeri parlano chiaro: sono in forte aumento gli arrivi da Brasile (+46%), Cina (+19%) e Russia (+18%), rispetto allo stesso periodo del 2009. Sono proprio i visitatori di questi Paesi la nuova, imperdibile, opportunità da cogliere per rafforzare la competitività del turismo europeo. Secondo un recente studio della European Travel Commission (ETC), già oggi i nostri visitatori asiatici sono il 38% del totale (contro il 57% delle Americhe). Ma non basta: gli asiatici sono destinati a diventare il 47% nel 2020, superando l'America. In altre parole, entro dieci anni su due turisti che accoglieremo, uno dei due verrà dall'Asia. L'incremento esponenziale dei visitatori dall'Oriente sarà una rivoluzione copernicana per i nostri operatori che, sino ad oggi, erano abituati a volgere lo sguardo maggiormente ad ovest, oltre l'Atlantico.
La cooperazione tra tutte le parti interessate a livello europeo è la formula vincente, con due priorità: destagionalizzare, ossia allungare, la stagione turistica che deve coprire ogni periodo dell’anno, e favorire soggiorni lunghi, in particolar modo dei visitatori extra-UE, facilitando gli spostamenti e le visite in più Stati all’interno dell’UE.
Gli strumenti già a portata di mano sono di due tipi. Innanzitutto i Grandi Eventi, come ad esempio l’EXPO universale di Milano 2015, o le Olimpiadi di Londra 2012. Poi, la facilitazione dei visti a scopo turistico, per favorire gruppi e comitive organizzate. L'UE sta lavorando molto su tale fronte che comporta implicazioni in materia di sicurezza. Nel corso del Forum di Malta sarà lanciato un esteso Piano d'azione per dare una piena ed efficace implementazione alla Comunicazione di giugno sulla politica del Turismo. Verrà creata un'apposita piattaforma per le tecnologie dell'informazione e delle telecomunicazioni applicate al turismo. Partirà anche un Osservatorio virtuale del turismo europeo che aiuterà ad approfondire la conoscenza socio-economica del settore, strumento fondamentale per guidare interventi e politiche. Infine, il Marchio Europeo di qualità, che renderà riconoscibili prodotti e servizi turistici di eccellenza.

Matteo Fornara
Rappresentanza a Milano della Commissione Europea
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