FATTI E PERSONE

A Siena il primo forum sui vini italiani
Etile Carpenè chiede per il Prosecco sostegno al Ministro Galan per una maggiore tutela in campo internazionale e si interroga sul futuro del Prosecco Doc, quanto mai incerto a causa dell'aumento dei costi delle uve del 60% nell'ultimo anno.

Comunicazione, marketing, qualità: tre ingredienti inscindibili l‘uno dall‘altro per avere la garanzia di un sicuro successo sul mercato. Di questo e del futuro del settore vitivinicolo si è parlato il 12 novembre a Siena nel corso del primo Forum del Vino Italiano tenutosi presso il Salone della Rocca della Banca Monte dei Paschi, e che ha visto tra i protagonisti di una tavola rotonda dedicata alle strategie di vendita anche Etile Carpenè Presidente della Carpenè Malvolti, in rappresentanza del comparto del Prosecco.    
Il Forum, pensato per creare un nuovo “luogo di comunicazione” dove analizzare l’andamento di questo fondamentale comparto produttivo del Made in Italy e valutare gli scenari futuri, soprattutto dal punto di vista economico - finanziario, ha riunito attorno ad un tavolo le massime istituzioni italiane - chiamate a prendersi un impegno concreto per sostenere la promozione e il successo del vino italiano nel mondo - i rappresentanti della filiera vitivinicola nazionale e alcuni fra i più significativi distributori dei mercati internazionali.
Il saluto introduttivo è toccato al padrone di casa, ovvero il Presidente di Banca MPS Giuseppe Mussari che ha ribadito come "una grande banca possa essere capaci di dialogare con i territori, per comprenderne in profondità potenzialità ed esigenze, passo indispensabile per affiancare il mondo imprenditoriale in un concreto percorso di sviluppo, che non sarà privo di sfide. La frontiera della crescita del settore del vino, in un contesto globalizzato, sta nella domanda dei Paesi in via di sviluppo. Da ciò la necessità, per i produttori italiani, di puntare ancor più sulla propria capacità di internazionalizzazione, adottando anche misure di rafforzamento dimensionale e patrimoniale".
Con il Ministro per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali Giancarlo Galan, lo stesso Presidente di MPS Giuseppe Mussari, il Direttore Antonio Vigni, il Presidente di Ente Vini - Enoteca Italiana Claudio Galletti, il Presidente di Federvini Lamberto Vallarino Gancia e il Presidente dell’Unione Italiana Vini Lucio Mastroberardino, nell’ambito della tavola rotonda moderata dalla giornalista Anna Scafuri, si è discusso di questo e dei dati contenuti nella nuova ricerca condotta dall’Area Research di Banca MPS sulle prospettive e gli scenari futuri del settore vitivinicolo, presentata in questa occasione da Stefano Cianferotti e Lucia Lorenzoni, che si presenta come uno strumento nuovo per la filiera italiana grazie all'elaborazione di uno specifico "indice di competitività" riservato alle denominazioni italiane che presenta una elevata correlazione con il future Liv-ex Fine Wine 100 Index, ovvero il principale benchmark dell'industria mondiale del vino.
“Lo studio condotto dall’Area Research di Banca Monte dei Paschi di Siena - ha commentato il Ministro per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali Giancarlo Galan - analizza le prospettive sempre più legate all’export del comparto vitivinicolo, nonché il sostegno del sistema bancario allo sviluppo di un settore che ha assunto il ruolo di ambasciatore dell’eccellenza dell’agroalimentare italiano nel mondo. Oltre a produrre il primo indice dei vini italiani (uno strumento nuovo in assoluto) per analizzare l'andamento dei prezzi, la ricerca MPS mette in evidenza come oggi sia necessario investire nel marketing, area fino ad oggi un po' trascurata dalle aziende vitivinicole, e non più nei soli impianti e nei beni immobiliari se si vuole "esistere" sui mercati internazionali. Le aziende vitivinicole italiane scontano il problema di essere piccole (se non micro) imprese e non hanno spesso le risorse economiche per azioni di marketing importanti. C’è bisogno per davvero di un sistema bancario che sia qualificato al proprio interno e questo nei termini migliori, così da intercettare i bisogni e le attese del mondo dell’agricoltura, a partire dalle novità procedurali e finanziarie provenienti da Bruxelles. La filiera vitivinicola nazionale sta affrontando la sfida dell’evoluzione dei mercati ed in questo momento diventa cruciale l’applicazione della Legge 161/2010 – la nuova legge sui vini a denominazione di origine, e proprio in queste settimane si sta completando l’emanazione dei decreti applicativi. I nostri vini a denominazione di origine sono già oggi il traino della filiera nazionale anche nei mercati internazionali".
Sul problema dimensionale delle imprese è tornato anche il Presidente di Carpenè Malvolti, Etile Carpené, nel corso del suo intervento come voce del Prosecco all'assise di Siena:“Il Prosecco non ha problemi di consumi in Italia e all'estero - ha spiegato Etile Carpenè- ma come ha ben espresso il Ministro, le nostre aziende sono piccole, Carpenè é considerata grossa ma produciamo qualcosa come cinque milioni di bottiglie di Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG. Avere aziende di piccole dimensioni diventa un limite, perchè rendono più difficoltoso intraprendere strategie efficaci di marketing, una soluzione auspicabile sarebbe l'unione di intenti e la creazione di una vera e propria rete che possa rafforzarne il ruolo sul mercato. Inoltre, c'è un'altra incognita con cui dobbiamo fare i conti - prosegue il Presidente di Carpenè Malvolti - ed è il pesante aumento che nell'ultimo anno ha subito il costo della materia prima ovvero le uve che si aggira intorno al 60%. Il timore mio e di tutto il comparto è che questo aumento si ripercuota negativamente sui prezzi, influenzando quindi il consumo con il rischio di non vedere assorbito sufficientemente dal mercato quanto offerto. Ci sono comunque anche delle buone notizie: da un anno circa, per salvaguardare la qualità e la "denominazione", il Prosecco ha ottenuto una regolamentazione che impedisce la produzione del prodotto "Prosecco" al di fuori del territorio di riferimento - tra Veneto e Friuli Venezia Giulia - che ha assunto proprio il nome di "area del Prosecco" così come si è stabilito che l'unico vitigno da cui si può produrre Prosecco deve essere il Glera. A livello comunitario, abbiamo pertanto garanzie di salvaguardia ma in vista di una globalizzazione produttiva mi preme rivolgere un appello al Ministro delle Politiche Agricole Giancarlo Galan affinché, essendo anche veneto e conoscendo bene il valore culturale ed economico, il legame con il territorio del prodotto principe della produzione vitivincola regionale, prenda a cuore la nostra causa e ponga le condizioni necessarie per una tutela maggiore del prodotto Prosecco anche sul piano internazionale".

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