FATTI E PERSONE

Riprende l’export agroalimentare ma flettono i consumi interni
Secondo una indagine di Confagricoltura in crescita le vendite di ortofrutta pronta all’uso. la spesa sempre piu’ spesso si fa al discount

L’export del made in Italy agroalimentare ha ricominciato a crescere. Lo sottolinea Confagricoltura analizzando i dati Ismea diffusi oggi. Nel primo semestre dell’anno si è registrato un +9,3% rispetto ai primi sei mesi del 2009, periodo in cui la crisi si era fatta sentire pesantemente.
Tutti i comparti hanno evidenziato un miglioramento delle esportazioni (ad eccezione della pasta e del riso). In particolare si sono avuti incrementi significativi delle vendite oltre frontiera di formaggi e latticini (+15,3%), olio di oliva (+13,5%), carni suine preparate e salumi (+13,5%), vini (+8,6%), frutta fresca (+7,3%).
“In concomitanza con la ripresa dell’export agroalimentare si registra però - ricorda Confagricoltura - un calo dei consumi interni. Nel terzo trimestre 2010 sono diminuiti in quantità rispetto al terzo trimestre 2009 dello 0,4% (a fronte di un calo dello 0,8% già avvenuto nel secondo trimestre 2010, rispetto all’analogo periodo dello scorso anno)”. La diminuzione maggiore ha riguardato - nel periodo gennaio-settembre 2010 - carni bovine (-4,2%) e vini e spumanti (-3,6%); sono però cresciuti i consumi di ortaggi IV gamma (+10,2%), sostituti del pane (+3,8%), yogurt (+3,5%), latte fresco (+3,2%), pollo (+2,7%), olio extravergine d’oliva (+2,4%), carne suina e salumi (+0,8%).
Decisiva per alcuni prodotti la politica di ribasso dei prezzi. Il caso eclatante è quello dell'olio extravergine di oliva, con la flessione del prezzo medio al consumo del 6,4% (nel periodo gennaio-settembre rispetto allo stesso periodo del 2009) che ha molto penalizzato e messo in difficoltà le imprese olivicole.
Dai dati Ismea emerge anche come la spesa venga effettuata sempre più spesso in supermercati e ipermercati e soprattutto nei discount.
Commenta Confagricoltura: “Stanno cambiando le abitudini; ciò in parte è dovuto alle minori disponibilità economiche conseguenti alla crisi, in parte ai mutamenti degli stili di vita. La filiera alimentare si deve interrogare su quanto sta avvenendo nelle dinamiche dei consumi ed operare, nel suo insieme, per venire incontro alle richieste di prodotti trasformati con un buon rapporto prezzo/qualità e già pronti all’uso”.

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