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FATTI
E PERSONE
Vino: nuove tendenze
Dopo il vino al bicchiere e la mezza bottiglia, al ristorante
si fa strada il “bottle sharing”: il vino viene condiviso
tra i tavoli di clienti che non si conoscono. Un modo divertente per assaggiare
le proprie etichette preferite o scoprirne di nuove, ma anche per risparmiare
e fare nuove conoscenze
Metti una sera a cena al ristorante, con amici astemi o con il desiderio
di assaggiare un vino particolare, senza necessariamente dover finire
tutta la bottiglia: la soluzione è il “bottle sharing”,
una nuova tendenza che si sta affermando con grande successo in alcuni
locali del Belpaese. L’idea - di cui si parlerà a Vinitaly,
a Verona dall’8 al 12 aprile, uno dei più importanti eventi
dell’enologia internazionale - è semplice quanto geniale,
e consiste nel condividere una bottiglia di vino tra i tavoli di clienti
che non si conoscono tra loro. Deus ex machina il ristoratore, che deve
possedere la giusta sensibilità per individuare tra i propri clienti
coloro che posseggono il profilo ideale per aderire alla proposta.
Dopo aver sondato i desideri degli avventori, e riconosciuto - e magari
orientato - la loro preferenza per questa o quella etichetta, il ristoratore
li presenta. Se tutti accettano la proposta, la bottiglia viene ordinata
ed equamente divisa - dal ristoratore in persona - tra i calici dei clienti.
“E’ una proposta - spiega divertito Luciano Zazzeri, patron
del noto ristorante La Pineta di Marina di Bibbona, uno degli indirizzi
cult per il pesce in Italia - che ovviamente non faccio a tutti: solo
ai clienti dei quali conosco bene gusti, desideri e naturalmente senso
dell’ironia. Perché condividere una bottiglia di vino significa
anche condividere parole, battute e commenti, magari sul vino stesso.
E’ un modo facile e divertente non solo per abbinare ad ogni portata
un’etichetta diversa senza necessariamente ordinare un’intera
bottiglia - e dunque risparmiando e evitando di eccedere con l’alcool
- ma anche per fare nuove conoscenze”.
Benché nato da poco, il “bottle sharing” sta già
riscuotendo un enorme successo: “Basti pensare - continua Luciano
Zazzeri - al classico esempio di due persone che di fronte alla scelta
di ordinare una bottiglia spesso rinunciano, perché consapevoli
che una parte del vino andrebbe sprecato. Condividendola con la coppia
che cena al tavolo accanto possono degustare un ottimo vino senza il timore
dell’etilometro e senza spendere grandi cifre. Lo stesso vale a
maggior ragione per le persone che, magari per motivi di lavoro, si trovano
a mangiare fuori da sole e non vogliono rinunciare ad una buona etichetta,
e doverla lasciare sul tavolo perché poi c’è da mettersi
alla guida. Ed è anche successo - conclude Zazzeri - che
tra i tavoli coinvolti nel “bottle sharing” siano nate amicizie
e a volte anche qualcosa di più…”.
A causa del difficile momento congiunturale, con il conseguente calo generalizzato
dei consumi, ma anche delle severe limitazioni imposte dai controlli anti-alcol
per chi guida, e non ultimo di un salutismo sempre più diffuso,
il mondo della ristorazione si ingegna per proporre alla propria clientela
nuove maniere di ordinare il vino. Oltre al nuovo “bottle sharing”,
è già consolidata nel nostro Paese la scelta del vino al
bicchiere e l’inserimento, anche nelle carte dei vini più
prestigiose, delle mezze bottiglie. Se fino a pochi anni fa la scelta
dei 375 ml è sempre stata limitata - a parte i piccoli formati
dei vini dolci - oggi sono in costante aumento le cantine, anche molto
note e prestigiose, che hanno deciso di puntare sulla “taglia”
ridotta.
Irene Chiari
www.winenews.it
cell. 3487923559
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