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FATTI
E PERSONE
Nei confronti della GDO la mezzadria deve finire
I prezzi dei prodotti agricoli vengono pagati su valori
inferiori in media dell’11,4 per cento rispetto allo scorso anno
(Ismea/Istat).
“Attenzione, la nostra agricoltura di qualità e di eccellenza
non è per sempre come i diamanti. Attenzione, l’agricoltura
se perde non guadagna meno, al contrario non riesce a pagare i costi.
Attenzione, non è che l’agricoltura non senta la crisi, bensì
per essa subire la crisi ormai è una questione ordinaria. Attenzione
sulla svolta che serve per uscire dalla mezzadria nei confronti della
grande distribuzione”. Le attenzioni per il Presidente di Coldiretti
di Treviso, Fulvio Brunetta, potrebbero continuare ancora. E queste prendono
vigore dopo i buoni esiti del G8 agricolo di Cison di Valmarino. “Esiti
che hanno portato l’agricoltura al centro dell’agenda internazionale
e che hanno messo in luce il nostro modello di impresa agricola –
spiega il Presidente di Coldiretti Fulvio Brunetta – Proprio quel
modello che va conservato, valorizzato e soprattutto liberato dalla morsa
di chi, anche applicando marchi distributivi ai prodotti che sono vere
marche, decide per noi i prezzi globalizzando l’origine delle produzioni
e facendo perdere agli stessi la propria identità con il territorio
e nei confronti delle scelte dei consumatori”.
Per Coldiretti, che vuole più agricoltura locale in ogni angolo
del mondo, è giunto il tempo di dare vigore ad una filiera agricola
tutta italiana: “La realtà, anche trevigiana, è che
le imprese agricole vendono le proprie produzioni a prezzi sempre più
bassi, mentre i consumatori le pagano sempre di più. Per questo
ci siamo rivolti a loro direttamente con la nostra vendita. E’ tempo
di conquistare il giusto potere contrattuale nei confronti della grande
distribuzione anche attraverso le strutture economiche associative. Siamo
molto soddisfatti dei puntini sulle i messi dal Ministro Luca Zaia in
riferimento alle speculazioni negative. Queste speculazioni sono globalizzate.
Ci sono a Pechino come a Castelfranco Veneto, a Chicago come a Moriago
della Battaglia, a Moumbay come a Monfumo. La realtà è che
del valore di un prodotto all’imprenditore agricolo oggi arriva
circa il 17 %. Solo qualche anno fa restava il 22 % ed era già
considerato poco. La nostra agricoltura di qualità non può
continuare a camminare sul filo che di anno in anno si appesantisce di
nuovi costi con ricavi identici a quindici anni fa come succede per alcuni
comparti”. Il presidente di Coldiretti di Treviso ribadisce come
sia prezioso il passaggio nel documento finale del G 8 riferito “alla
necessità dei controlli della merce in entrata e in uscita per
combattere la concorrenza sleale. Poi è giusto aver dichiarato
guerra e tolleranza zero a quei prodotti stranieri che passano la frontiera
diventando italiani. Questi non sono argomenti lontani, anzi sono temi
che trovano riscontro tutti i giorni in ogni angolo della Marca trevigiana
dove lavorano venti mila imprese agricole che devono essere considerate
un patrimonio di tutti perché l’agricoltura non è
per sempre come i diamanti”.
Per dare supporto alle tesi di Fulvio Brunetta ci sono i dati Ismea che
dimostrano come nelle campagne sia chiara ed eloquente la deflazione.
I prezzi dei prodotti agricoli vengono pagati su valori inferiori in media
dell’11,4 per cento rispetto allo scorso anno. Il crollo delle quotazioni
in campagna si registra sia per le produzioni vegetali (-15,8 per cento)
che per quelle derivate dall’allevamento (- 5,2 per cento). Il record
della riduzione si è verificato per i cereali con un crollo dei
prezzi alla produzione del 46,4 per cento rispetto allo scorso anno a
marzo, ma un forte calo delle quotazioni alla produzione si è registrato
anche per vini e oli di oliva che, su base annua, hanno fatto segnare
in campagna drammatiche riduzioni, rispettivamente, del 26,2 per cento
e del 24,6 per cento. Un flessione rilevante tra i prodotti di allevamento
è accusata dal latte (- 11,1 per cento) e dai suini (- 9,4 per
cento). Le tendenze registrate in campagna non si sono trasferite al consumo
dove - denuncia la Coldiretti - i prezzi per l’alimentare secondo
l’Istat continuano ad aumentare su base annua ad un tasso del 3
per cento è quasi il triplo di quello dell’inflazione media
dell’1,2 per cento.
“Da questi dati si capisce chiaramente che qualcosa non va nel percorso
delle produzioni dal campo alla tavola – conclude il Presidente
di Coldiretti di Treviso, Fulvio Brunetta – Per l’agricoltura
perdere significa non riuscire a pagare i costi e non certamente guadagnare
meno”.
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