|
FATTI
E PERSONE
Champagne status symbol, ma lo spumante è il
più venduto
Lo champagne resta uno status symbol, ma il 75% degli eno-appassionati
del Belpaese
sceglie le bollicine made in Italy. Il fascino della storia e della tradizione
secolare spingono i francesi, ma gli italiani svettano per l'ampia gamma
delle tipologie e per l’equo rapporto valore/identità.
Possiede un’allure unica al mondo ed è perfetto per le grandi
occasioni, ma lo Champagne viene “snobbato” dal 75% degli
eno-appassionati del Belpaese, che per i loro brindisi preferiscono le
bollicine made in Italy: gli spumanti nazionali vincono grazie al loro
rapporto qualità/prezzo, alla grande varietà di tipologie
offerte e alla più facile reperibilità sul territorio. Questi
i risultati del sondaggio di www.winenews.it
, uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere, in collaborazione
con il Forum degli Spumanti d’Italia (www.forumspumantiditalia.it
).
L’inchiesta, che ha coinvolto 1.224 “enonauti” (amanti
di vino & web), voleva indagare sui gusti e le preferenze degli eno-appassionati
in tema di bollicine, per stabilire scherzosamente il vincitore dell’eterna
sfida tra noi e i cugini d’Oltralpe. Una competizione che vede primeggiare
gli spumanti italiani: il 75% di chi ha risposto beve infatti più
spesso bollicine made in Italy, contro il 9% che sceglie più frequentemente
bollicine francesi. Il 16% degli eno-appassionati dichiara invece di bere
spumanti italiani e francesi con la stessa frequenza. Ma quali sono i
punti di forza dei rispettivi schieramenti? Le bollicine italiane vincono
decisamente per il loro rapporto qualità/prezzo (48% delle risposte).
Il 21% le sceglie invece perché predilige il made in Italy, il
18% perché offrono una grande varietà di tipologie e il
13% perché le giudica migliori dal punto di vista qualitativo.
Chi invece opta per lo Champagne lo fa innanzitutto perché lo ritiene
di qualità superiore (68% delle risposte). Il 12% sceglie francese
per l’ampia gamma di varietà, l’11% per il rapporto
qualità/prezzo ed il 9% per una decisa attrazione per il made in
France.
Se a conti fatti nel bicchiere versano soprattutto spumanti italiani,
gli eno-appassionati rendono un doveroso tributo ai francesi in termini
di storia, tradizione secolare e prestigio. I grandi Champagne vantano
un passato blasonato difficilmente uguagliabile, e costituiscono il vero
e unico modello di riferimento a livello internazionale, anche dal punto
di vista del marketing e della comunicazione. Nell’immaginario collettivo
bere ed offrire Champagne rappresenta ancora uno status symbol, una scelta
di classe, eleganza e stile. Ma le risposte degli enonauti confermano
che gli spumati italiani si difendono bene: hanno dalla loro parte una
enorme varietà di tipologie - dalla morbidezza elegante del Franciacorta
al prestigio dei migliori spumanti trentini, dall’immediata piacevolezza
del Prosecco alla dolcezza e classicità dell’Asti, fino alle
tante etichette dell’Oltrepò Pavese - tutte caratterizzate
da una crescente ricerca qualitativa e da un buon rapporto qualità/prezzo.
Tra le nostre bollicine si possono trovare facilmente - sottolineano gli
enonauti - sia etichette da grandi occasioni, sia bottiglie più
easy e meno impegnative. Alla richiesta di indicare uno spumante italiano
che possa essere paragonato allo Champagne per tipologia, produzione e
valore, gli enonauti mettono al primo posto quelli prodotti in Franciacorta
(48% delle risposte), seguiti da quelli del Trentino (38%). In percentuale
decisamente minore altri territori.
Ma la Franciacorta fa la parte del leone anche in termini di notorietà
ed immagine: tra i territori a vocazione spumantistica che per primi vengono
in mente agli eno-appassionati riscuote infatti il 34% delle preferenze.
A seguire tra le zone più note c’è il Trentino (27%)
e Conegliano e Valdobbiadene, patria del Prosecco (19%). Poi vengono Oltrepò
Pavese (10%), Asti (6%) e Piemonte (4%). Ma il sondaggio conferma anche
la tendenza a “destagionalizzare” il consumo degli spumanti,
non più relegati alle feste comandate, ma bevuti lungo tutto l’arco
dell’anno, complice anche il rito dell’aperitivo, momento
in cui le bollicine rappresentano una delle scelte più gettonate.
Ecco infine l’identikit degli enonauti di www.winenews.it
: prevalentemente maschi (79%), il 52% di loro ha un’età
compresa fra i 30 e i 45 anni; hanno un elevato titolo di studio (l’85%
ha conseguito il diploma di scuola media superiore o la laurea), godono
di un buono/ottimo livello socio-economico (imprenditore, bancario, avvocato,
commercialista, ingegnere, medico, agente di commercio, architetto, commerciante…).
Irene Chiari
www.winenews.it
|
|
|