RECENSIONI

„The State of Agricultural Commodity Markets 2009.
High food prices and the food crisis – experience and lessons learned”
2009, 64pp, ISBN 978-92-5-106280-7 Pubblicazione FAO n° 110414 (in inglese)

Nel periodo 2007-2008 i prezzi delle risorse alimentari di base hanno raggiunto sui mercati internazionali il loro livello più alto degli ultimi trent’anni. Si stima che tale situazione abbia gettato nella fame cronica circa 115 milioni di persone in più rispetto alla tragedia che già esisteva. Nel 2008, in seguito soprattutto alla crisi finanziaria, i prezzi sono nuovamente diminuiti, pur non ritornando ai livelli precedenti al 2007 e ci sono ragioni per supporre che a tali livelli non torneranno tanto velocemente. Capire cosa sia successo e quali motivi abbiano guidato tale andamento è obiettivo dello studio “The State of Agricultural Commodity Markets 2009. High food prices and the food crisis – experience and lessons learned” pubblicato da FAO.
Lo studio è suddiviso in tre parti. Nella prima parte “What happened to world food prices and why” vi è un’analisi delle possibili cause che hanno determinato tale andamento dei prezzi. Si scopre come in realtà più fattori contemporaneamente hanno avuto un impatto sull’andamento dei mercati internazionali. Mentre alcuni di essi sono di natura “tradizionale” – diminuzione dei raccolti in seguito ad avvenimenti climatici svantaggiosi, deprezzamento del dollaro, etc. – e causa della normale fluttuazione dei prezzi che ormai da sempre accompagna i prodotti agricoli, altri sono elementi nuovi, in primis la richiesta di prodotti agricoli per la produzione di bioenergie. E proprio quest’ ultimo sembra avere ampliato la normale fluttuazione dei prezzi e, probabilmente, aver reso più duraturo l’alto livello da essi raggiunto. Nella seconda parte dello studio si analizza come l’aumento dei prezzi degli alimentari non si sia tradotto in un vantaggio economico per la maggior parte degli agricoltori nei paesi del terzo mondo e dimostra l’importanza di uno sviluppo dell’infrastruttura per poter favorire anche uno sviluppo dell’agricoltura.
Infine, la terza parte - “What should the policy response be?” - rivolge la sua attenzione alla politica, analizzando le differenti risposte che si sono avute in seguito all’aumento repentino dei prezzi, i possibili risultati e cercando di definire di quali elementi devono tener conto le decisioni politiche future. Qualunque misura politica non deve essere causa di distorsioni sul mercato. Se da una parte la politica deve proteggere i consumatori da prezzi troppo elevati, dall’altra non deve andare a scapito del produttore, mantenendo gli incentivi per una produzione competitiva. Inoltre si sottolinea la necessità di un intervento internazionale per aiutare i paesi in via di sviluppo con misure a breve termine ma soprattutto con misure a lungo termine, volte ad identificare ed implementare a livello nazionale gli approcci politici più idonei.
Più volte lo studio sottolinea la novità di questa ultima crisi dei prezzi alimentari rispetto alle crisi passate: un nuovo legame si è venuto a creare tra produzione alimentare e produzione energetica e sarà molto probabilmente quest’ultima che determinerà in futuro il prezzo di molti prodotti agricoli. E questo potrebbe significare un taglio netto con le modalità che fino ad oggi hanno determinato i prezzi dei prodotti agricoli.
Lo studio, scritto in un inglese semplice e non eccessivamente tecnico, ha il merito di portare ad un pubblico più ampio la discussione su un tema cosi scottante ed attuale.
Una versione cartacea dello studio può essere ordinata presso la Fao tramite posta elettronica (all’indirizzo Publications-Sales@fao.org ) oppure tramite il web shop dell’organizzazione all’indirizzo http://www.earthprint.com/productfocus.php?id=FAO110414

M.Luisa Doldi – novembre 2010