RECENSIONI

RASPELLI METTE “L’ITALIA IN TAVOLA”

Il giornalista Edoardo Raspelli da Bresso (Mi) può piacere o non piacere, lo si può amare o odiare con eguale intensità. E’ ed è stato maledetto (oh quante volte), benedetto (un po’ meno) da ristoratori patron, chef veri e pseudo tali, mestieranti di cucina, cantinieri e vigneron italiani e di mezzo mondo - hotellerie compresa - ma una cosa è certa. Di materie prime commestibili, di Terra, Territorio e Tradizioni culinarie, insomma di cibo e sue elaborazioni, di come vengono presentati e proposti e di come invece dovrebbero essere presentati e proposti, indiscutibilmente se ne intende. Certo lo dice e lo scrive dal 1973 con una franchezza inusitata per le numerose penne (e oggi anche facce) che si occupano di questi contesti. L’appellativo di “critico gastronomico più severo d’Italia” è una medaglia pesante da portare ma vivaddio malgrado la sua glicemia alle stelle, il suo tasso di colesterolo impresentabile e una marea di “disturbi” gastroenterici, continua imperterrito a sedersi a tavola di qualsivoglia “mangificio” per raccontare papale papale le cose positive e negative senza prevenzione alcuna. Lo fa da cronista, da giornalista che usa quella leva in disuso chiamata onestà intellettuale, risollevando almeno un poco l’immagine dell’intera nostra categoria ogni giorno più svillaneggiata. Chi scrive lo conosce abbastanza, tanto da poter affermare che non vi è mai malanimo o prevenzione in ciò che scrive. Non vuole affossare nessuno ma solo evidenziare le cose che non funzionano o che non sono confacenti per il consumatore-avventore. Denunciare un piatto uscito male, una materia prima scadente, una cottura sbagliata è male? Scrivere che una toilette è indecente e un tovagliato sporco è disdicevole? Che un cameriere con le unghie sporche e un sorriso smorfia andrebbe addestrato o raccomandato alle Poste, è cosa ingiusta? Lascio perdere per non rischiare un peana che certo al Nostro non si addice, anzi gli “puzzerebbe” un bel po’. Mi piace però annunciare una sua ultima fatica letteraria (che oggettivamente non ho ancora sfogliato).
Si tratta del libro “L’Italia in Tavola” - Arnoldo Mondatori Editore, in tutte le librerie da martedì 18 settembre, 500 pagine, 18 euro - 400 ricette tradizionali, provenienti da tutte e venti le regioni italiane, elaborate da 51 chef noti. Così a naso direi che con questo volume Raspelli, coadiuvato appunto da quegli chef che hanno aderito al progetto, vuol far sapere al lettore che la strada maestra (ahinoi abbandonata da tempo dai cucinieri di professione e da chi ancora cucina a casa propria) è quella delle nonne e bisnonne nonché il claim-bandiera del Nostro: Terra, Territorio, Tradizione. (g..c.)