BIBLIOTECA Giovanni
Bossi Giovanni Bossi, in questo saggio, mostra l'incredibile frequenza con cui nelle relazioni di viaggio dal Medioevo all'Illuminismo compaiono immagini di luoghi paradisiaci dove vengono meno tutti i confini e le rigidi separazioni che, nell'esperienza reale, fanno soffrire. Chi si dirige verso l'altro capo del mondo, nell'Oriente incantato o nel mondo nuovo americano, si trova sovente nei pressi del giardino dell'Eden, dove una natura materna sostenta i suoi figli, che vivono beati nell'ozio, offrendo loro alimenti e favolose ricchezze. Le meraviglie di viaggio, nella cultura popolare, sono colte dal punto di vista del ventre affamato del povero. La sorgente di vita, che sgorga dal paradiso terrestre, si trasforma in un fiume di vernaccia; la natura perennemente primaverile, addolcita dal delizioso canto di innumerevoli uccelli, lascia il posto alle oche e alle anatre che volano, già cucinate, in bocca agli abitanti. I favolosi palazzi raffigurati da Marco Polo e dagli altri viaggiatori medioevali diretti in Oriente, con le mura e i pavimenti in oro e argento e costellati di pietre preziose, si trasformano in case di cacio parmigiano con la ricotta al posto dell'intonaco e le finestre fatte di cialdoni. Il Paese di Cuccagna, in cui il folklore ha trasformato il nuovo mondo scoperto da Colombo, è un vero e proprio paesaggio alimentare, come rivela un canto popolare tedesco in cui troviamo l'esclamazione: "come è buono il mondo nuovo!" L'uomo che inghiotte il mondo ritrova l'intera realtà dentro di sé, proprio mentre trova se stesso nel ventre materno di una natura che lo alimenta: l'intera realtà si trasfigura e diviene festa e banchetto. L'uomo è nel mondo e il mondo nell'uomo. A Cuccagna, il paradiso alimentare capace di nutrire il bisogno di liberazione dei poveri, insieme al confine fra dentro e fuori, svaniscono le distinzioni fra il tuo e il mio, fra il servo e il padrone, fra l'alto e il basso. Nel paese dell'illimitata abbondanza non ha più senso delimitare i possessi e non è possibile fare della ricchezza il criterio per distinguere chi sta in alto da chi sta in basso. Nel libro, organizzato come itinerario fra le immagini dei diari di viaggio, ci imbattiamo anche in raffigurazioni ben diverse da quella della Cuccagna. Incontriamo, per esempio, un palazzo dove non si ha bisogno di mangiare, l'ordine razionale delle città utopiche basato sulla laboriosità e la frugalità dei loro abitanti, buoni selvaggi che non hanno esigenze che eccedono i bisogni naturali. Eppure, la materialità dell'immagine della natura come alimento, della comunione alimentare del mondo, sembra il centro a cui vengono commisurate tutte le altre figure dell'aspirazione a un mondo migliore, del desiderio che spinge a partire. Anna Goffi - Torna all'Indice delle Rubriche
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