RECENSIONI “ La Piazza di notte acquistava un fascino un po’ antico. Era ben illuminata e chiunque si lasciasse alle spalle la brutta superficie della facciata di fianco alla panetteria poteva godere di un’interessante prospettiva” I fari puntati sul cartellone pubblicitario irradiavano una luce azzurrognola sui muri, le cose e persino sui volti dei passanti. L’atmosfera si faceva surreale…….” Da Venerdì notte - (11) Un brivido accarezza i miei pensieri e
identifico, dunque, la Piazza, che, con enfasi l’autrice descrive
così: affollata di umanità! Perciò, inesorabile sequenza
di eventi, chiari, precisi che coinvolgono ed assorbono i diversi e poliedrici
personaggi del libro, dove la parola cibo e la sua indiscussa ritualità,
assume la dirompente connotazione di mezzo, intersecandosi nei diversi
racconti dell’opera e dove, proprio il cibo, diventa supporto univoco
nelle varie trame narrate, mantenendo tuttavia, una voluta contiguità
di sorta che impreziosisce il lavoro. Roberta Schira, in maniera intrigante ed istrionica, tratta il più universale dei temi, che nel corso della storia, è stato ripreso, discusso, narrato ed evocato da grandi ed illustri sperimentatori del pensiero, come Platone e Hegel, senza però mai giungere a certezze. Infatti, chi le cerca in Piazza Gourmand, non le troverà; altresì alla fine, unitamente al piacere di un’ottima lettura, si aprirà ancora una volta l’atavica ed immortale domanda sulla vita e sui dubbi che per fortuna esistono e da sempre ci accompagnano. Cibo, vita, riflessioni, ossessioni e vari spunti per innescare un forte stimolo esistenziale; un menu ricco, variopinto, formidabile, realizzato con eleganza ed abilità da Roberta. Un fulgido e lungimirante esempio di narrativa di ottima qualità, realizzato da un’eccellente scrittrice. Così è! Stefano Buso
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