LUOGHI Nel decennio della riscoperta della memoria e dell’identità, la ristorazione può divenire un elemento chiave nel processo di riscoperta e di valorizzazione della cultura alimentare, contadina e produttiva. E questa - hanno sottolineato i docenti della Bocconi- è la visione che ha alimentato la creazione e lo sviluppo del progetto che ha preso corpo e si è organizzato nel Consorzio Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori. Il Consorzio non è la prima realtà
italiana che aggrega ristoranti di alta qualità, ma – viene
evidenziato nello studio della Bocconi - si distingue dalle esperienze
preesistenti per una serie di ragioni: Dall’iniziale collaborazione tra 20 ristoratori, il gruppo ha allargato i propri confini con i fornitori, in modo da creare “un’intera filiera collaborativa del gusto. In questo network di imprenditori che si sviluppa in orizzontale (tra competitori) e in verticale (a monte), i ristoranti rappresentano la componente creativa e distributiva di un network di artigiani e imprese detentrici di conoscenze e know-how di altissimo livello, che producono cibo e materie prime legate alla tradizione.” Oggi fanno parte del gruppo, accanto ai 20 ristoranti fondatori, anche 44 aziende tra vignaioli e artigiani del gusto, unite dal fil rouge dell’innovazione qualitativa e di una produzione fortemente ancorata al territorio. Fra le chiavi del successo del Consorzio – viene evidenziato nello studio - c’è il fatto che, fin dall’inizio, ha lavorato con lo sguardo rivolto al territorio di appartenenza, il Friuli Venezia Giulia. Il suo obiettivo più alto, infatti, non è la promozione tout court dei singoli marchi dei consorziati, ma piuttosto – puntando su un effetto traino – l’innalzamento del livello dei prodotti e della cucina regionale, nonché della conoscenza da parte del consumatore finale dei prodotti di qualità meno noti del Friuli Venezia Giulia. Il risultato più importante che è stato raggiunto? Secondo lo studio della Bocconi è probabilmente il cambiamento più profondo e difficile, che riguarda la mentalità, lo spirito dei partecipanti al Consorzio e la capacità di mettersi insieme. Allargando la prospettiva, il Consorzio ha promosso una cultura del fare squadra nel territorio che si è propagata a molti altri comparti. Un progetto in cui hanno creduto sia le Istituzioni (l’Ersa - Agenzia regionale per lo sviluppo agricolo; le Camere di commercio di Pordenone, Udine e Trieste; il Comune e la Provincia di Udine) che gruppi privati quali la Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia, la Riedel e il Centro Porsche di Udine attraverso l’Eurocar. In particolare, con la Camera di Commercio di Udine sono stati elaborati progetti di grande interesse, che hanno dimostrato, con largo anticipo sui tempi, come privato e pubblico possano collaborare con successo. “Inutile nasconderlo: che il lavoro di 12 anni da parte di un gruppo di ristoratori, vignaioli ed artigiani del gusto sia diventato materia di studio in un’Università di grande prestigio internazionale come la Bocconi è per noi fonte di orgoglio, ma pure di impegno a proseguire sulla strada dell’innovazione che ha animato questo sodalizio fin dalla nascita - commenta il presidente del Consorzio Walter Filiputti- Ed è la dimostrazione più concreta di quanto sia necessario osare e, in un’epoca di profondi cambiamenti, avere una visione del futuro, con tutti i rischi che ciò comporta. Avevano fatto così i nostri padri, che ci ricordano che “il lavoro è il sale della vita.” Informazioni : Friuli Venezia Giulia Via
dei Sapori “I Solisti del Gusto- Il
Caso del Consorzio Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori
Al percorso gastronomico di Friuli Venezia
Giulia Via dei Sapori si affiancano anche vignaioli e distillerie, eccellenze
nel settore agroalimentare e artigiani del gusto: insieme, il gruppo è
il portabandiera di quanto di meglio offre a tavola il Friuli Venezia
Giulia. Ufficio Stampa:
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