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LUOGHI
Contro il rischio cementificazione terre del demanio ai giovani
agricoltori
Il caso del Borghetto San Carlo a Roma
Di casi della via Gluck è
piena l’Italia. E proprio per evitare il forte rischio che prati
e campi si trasformino in distese di cemento, l’Aiab propone che
i terreni demaniali oggi lasciati in abbandono siano dati a giovani agricoltori
che li riporterebbero a nuova vita. Molto meglio che venderli ai cosiddetti
’palazzinari’. E cita il caso del Borghetto San Carlo, in
provincia di Roma, dove l’Aiab, con altre associazioni aderenti
al Coordinamento romano per l’accesso alla terra, presidia un terreno
di 22 ettari di proprietà del Comune di Roma per chiederne l’immediato
utilizzo agricolo. Il presidio avviato nei giorni scorsi si inserisce
nella vertenza avviata dal coordinamento romano per l’accesso alla
terra, per la tutela e il recupero a fini produttivi dei terreni di proprietà
pubblica a vocazione agricola a Roma e Provincia, alcune migliaia di ettari
inutilizzati del Comune di Roma, della Regione Lazio e dell’Agenzia
del Demanio.
La tenuta di Borghetto San Carlo fa parte del Parco di Veio ed è
stata acquisita dal Comune di Roma nel marzo del 2010 tramite compensazione
urbanistica, ceduta dal costruttore Mezzaroma. “Questa azione si
inserisce in una serie di manifestazioni che, anche a livello nazionale,
oltre che comunale, hanno l’obiettivo di portare a conoscenza della
cittadinanza la quantità di terreni pubblici agricoli non utilizzati
e quindi a rischio di cementificazione - ha dichiarato Alessandro Triantafyllidis,
presidente di Aiab - l’agricoltura potrebbe e dovrebbe essere il
traino per il rilancio dell’economia della città in quanto
in grado di creare ricchezza e gettito fiscale: terreni pubblici affittati
a cooperative di giovani agricoltori per fare agricoltura biologica porterebbero
lavoro, occupazione, servizi per i cittadini, cibo locale e di qualità”.
In questo senso per l’Aiab è un segnale interessante la ripresa
di iniziativa in materia da parte del ministro De Girolamo che ha annunciato
di voler valorizzare le risorse demaniali. «Ma per favorire i giovani
in agricoltura - dice l’associazione - la via non è la vendita
dei terreni demaniali, ma l’affitto a nuove imprese cooperative,
su questo disponibili a collaborare. È su queste terre che si può
dare inizio ad un nuovo futuro dell’agricoltura, che coniughi il
metodo biologico alla volontà di garantire nuove possibilità
non solo ai giovani, ma anche a tutti quei soggetti svantaggiati per favorire
il reinserimento sociale”. (Michela Tedeschi - www.lastampa.it)
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