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LUOGHI
Ue, la Croazia va alla guerra del Prosecco
Il 1 luglio lo stato balcanico entra nell'Ue e sarà costretto
a cambiare denominazione al suo vino Prosek: ma si oppone
Il prossimo 1 luglio la Croazia entrerà nell'Unione Europea diventando
ufficialmente il ventottesimo Stato membro. Tuttavia sembra che per festeggiare
l'evento i cittadini del paese balcanico non potranno brindare con una
delle loro bevande più tradizionale, il Prosek. Secondo le norme
dell'Ue il nome di questo vino è troppo simile a quello del Prosecco
italiano e non può essere venduto nei confini continentali. Da
parte loro i viticoltori croati non ci stanno e promettono battaglia per
difendere uno dei loro prodotti più antichi.
DIFFERENZE - L'ironia di questa vicenda che divide per l'ennesima volta
l'Italia e la Croazia è che le due bevande sono completamente diverse.
Il Prosek croato è un vino dolce da dessert, mentre il Prosecco
italiano, come ben sanno i produttori veneti e friulani, è un vino
bianco, simile allo champagne. Nonostante le grandi differenze, il vino
italiano è un prodotto a Denominazione di origine controllata e
secondo la normativa europea il nome Prosecco può essere utilizzato
solo per quei vini le cui viti sono coltivate in Veneto e Friuli Venezia-Giulia.
BATTAGLIA LEGALE - La Croazia ha negoziato per otto anni il suo ingresso
nell'Unione Europea, ma i politici del paese balcanico hanno fatto ben
poco per registrare alcuni dei loro prodotti tipici. La vittima principale
è proprio il Prosek, che salvo retromarce improvvise dell'Ue, dovrà
cambiare nome se vuole restare sul mercato continentale: «Se vogliono
la guerra del vino, la otterranno - spiega Andro Tomic, uno dei maggiori
produttori vinicoli croati - Abbiamo avuto tanto tempo e avremmo potuto
fare molto di più per tutelare i nostri prodotti, ma il ministero
non ci ha consultati». L'imprenditore che produce il suo vino principalmente
a Jelsa, sull'isola meridionale di Hvar, afferma che i viticoltori croati
sono pronti a rivolgersi a un tribunale continentale per far valere i
propri diritti: «Il Prosek è prodotto nelle nostre terre
da oltre 2.000 anni ed è nato molto prima dello Stato italiano.
Prosek è semplicemente una parte della nostra tradizione. E' come
se ci dicessero che vogliono una parte del nostro mare».
IL PUNTO DI VISTA ITALIANO - Sulla diatriba che divide Italia e Croazia,
ha fatto sentire la sua voce anche il Presidente della regione Veneto
Luca Zaia, che nella scorsa legislatura è stato anche Ministro
delle politiche agricole e alimentari. Il mese scorso, durante una visita
a Vinitaly, l'esponente leghista è stato netto: «La Croazia
a luglio vuole entrare in Europa e se vuole entrarci deve farlo con le
regole europee. Noi vogliamo la Croazia in Europa, vogliamo che gli istriani
che sono nostri fratelli di sangue continuino nella sfida dell'Euroregione
con Carinzia, Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Veneto; però la
Croazia deve rinunciare all'utilizzo del nome «Prosek», perché
altrimenti saremo noi a fare ricorso contro questa cosa».
(Francesco Tortora - www.corriere.it)
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