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LUOGHI
Il successo dei pomodori e delle patate del
Sahara
L'Algeria si sta affidando sempre più all'agricoltura: i raccolti
nel deserto sono invidiabili e i giovani laureati si sono avvicinati a
questa opportunità. Il Fondo Monetario Internazionale e la Banca
Mondiale sono stati chiari: l’Algeria deve diversificare la propria
economia e non concentrarsi esclusivamente sul petrolio. Non è
quindi casuale il boom agricolo che si sta registrando nel paese africano,
una vera e propria sfida se si pensa che sempre più giovani stanno
puntando sulle coltivazioni nel deserto del Sahara, uno degli ambienti
più aridi del pianeta. Ma a cosa vanno incontro queste piantagioni
di pomodori e patate?
Moltissimi laureati del posto hanno scelto una carriera differente rispetto
ai loro studi: le oasi sono ovviamente il luogo ideale per coltivare e
l’ultimo anno si è chiuso in maniera positiva, grazie al
mix azzeccato di acqua, sole e buoni semi. Il governo di Algeri sta potenziando
l’agricoltura nazionale attraverso una serie di concessioni e prestiti
a buon prezzo destinati ai giovani agricoltori. In più, c’è
anche bisogno di tenere a bada una regione molto calda (la Primavera Araba
ha insegnato molto) creando nuovi posti di lavoro.
I risultati sono impressionanti. Sempre secondo quanto stimato dalla Banda
Mondiale, la crescita della produzione interna è stata strabiliante
e il settore agricolo potrebbe continuare a irrobustirsi ancora. La forza
lavoro impiegata ammonta attualmente al 14% della popolazione, sette volte
quella che è attiva in ambito petrolifero (2%), la linfa vitale
dell’economia algerina. Uno degli esempi più interessanti
è quello di El Oued, città che sorge su un’oasi alimentata
da un fiume sotterraneo.
Le temperature superano i quarantatré gradi, ma la perspicacia
degli agricoltori ha consentito a patate, peperoni, uva, angurie e grano
di crescere molto bene. Il metodo è semplice, si scavano buche
profonde nella sabbia e si formano di conseguenza delle oasi in miniatura,
un po’ come avviene per le palme da dattero. I prodotti sono di
prima qualità e la produzione ha sfiorato lo scorso anno i due
miliardi di dollari. (Simone Ricci - www.iljournal.it)
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