EVENTI

Cioccogelato Fest a Polignano a Mare
Dalla città di Domenico Modugno il rilancio del più nobile mantecato fatto con il “cibo degli dei” (cioccolato Teobroma) aromatizzato in 25 modi diversi. Solo dall’1marzo all’1 aprile 2007.

Si chiama Cioccogelato fest ed è l’unica rassegna del Sud Italia di gelato al cioccolato coniugato al plurale se le aromatizzazioni sono in modi 25 diversi. Polignano diventa così per un mese (dal 1 marzo al 1 aprile 2007) la vera patria dei golosi. Sulle sponde care all’indimenticato Domenico Modugno il gelato di rango rilancia la rivincita del mantecato al gusto più buono del mondo. Il corroborante cioccolato.
L’ideatore di questa strabiliante manifestazione è Vito Calogero, 52 anni, gelataio da un quarto di secolo. La sua idea prenderà forma nei coni (anch’essi ricoperti di cioccolato e praline) distribuiti nelle sue due gelaterie di via Dogali: l’Irvi’s Cafè (2005) e l’ormai storica gelateria Bella Blu (1984). Il gelato si fa più buono in questo caso perché una parte del ricavato (il prezzo del cono non subisce nessuna maggiorazione) viene destinata all’Ant, Associazione nazionale tumori, di Polignano a mare.
I 25 gusti del cioccolato. Alla cannella, chiodi di garofano, con lo sconvolgente peperoncino (per chi ha fede in un gelato afrodisiaco come usava Montezuma prima dei rapporti amorosi), zenzero (per i salutisti), la menta (come piace ai britannici), ma anche gelati al cioccolato aromatizzati alla frutta, come la pera Williams, al succo d’arancio con scorze candite, agli agrumi di Sicilia (un buon modo per fare mangiare frutta ai bambini svogliati). In un mese verranno prodotte 3 tonnellate di gelato, pari a 2mila litri di latte che tradotti in coni gelato fa 300mila. Messi in fila arriverebbero da Polignano a Mare al Duomo di Milano. Numeri da capogiro e c’è solo l’imbarazzo della scelta, basti pensare che con un goccio di Rum, di Grand Marnier, di Whisky o di liquore al cioccolato, il cornetto diventa alcolico e intrigante perché solo per adulti. Non mancheranno, per chi gradisce, le spruzzatine di grappa spray Alexander-Bottega, grappa bianca di Moscato e grappa barricata a scelta. Così il cono fa davvero girare la testa. E per gli intenditori più pignoli, che misurano a vista la massa di cacao presente, il gelato al cioccolato diventa fondente, al latte o bianco. Il tocco di granella, un topping alla frutta o un tocco di Nutella con biscottino, dà una marcia in più al gusto e mette tutti d’accordo.
Il 4 marzo alle 20.30, inoltre, il Cioccogelato fest entra nel vivo con un evento che vede la partecipazione dell’ex sindaco Simone Di Giorgio e del suo assessore al Turismo Modesto Degirardis a cui Calogero consegnerà una targa per aver valorizzato il gelato nella scorsa estate. Invitato ovviamente anche l’attuale commissario prefettizio Mario Volpe. La politica questa volta non c’entra, solo la voglia di stare tutti insieme con la cittadinanza polignanese, e con chi vorrà venire dalle altre parti della Puglia perché Vito Calogero donerà un palloncino ai più piccoli e rilancia il suo progetto di erigere un monumento al gelato di Polignano all’ingresso della città convinto com’è che il vero ombelico del mondo sia in quel cono da passeggio, croccante cialda ricoperta dal deciso gusto di un crema realizzata con la complicità di “Mister Gelo” devoto al Teobroma (nome greco del cioccolato) il “cibo degli déi” e… dei più golosi.

Cioccolato delizioso, dagli dei a noi umani
La storia del cioccolato inizia 10 mila chilometri fa, nella foresta amazzonica fino poi approdare nella penisola dello Yucatan, in America centrale, almeno 7 secoli prima di Cristo quando il re maya Hunahpu ne incentivò le coltivazioni e poi agli Aztechi e Inca. Storia antica e nobile che Linneo (Carl von Linné il naturalista svedese vissuto nel ‘700), con riferimento ai primi coltivatori della pianta delle pregiate fave (cabosse da 40-50 semi allora usati come moneta), premiò attribuendo al cioccolato un nome botanico significativo, Theobroma (in greco “Cibo degli déi”) cacao (da "xoco-l-atl" il nome dato dagli aztechi alla pianta della famiglia delle sterculiaceae). I suoi fiori crescono direttamente sul tronco e pochissimi diventano frutti. A rendimento discontinuo, maturano ogni sei mesi e vengono raccolti due volte l’anno, rigorosamente a mano.
Fra i maya il cioccolato era prerogativa di sacerdoti e guerrieri, un corroborante predestinato alla fine dei pasti, come una bevanda fresca, spumosa, dal sapore amaro, piccante e di color rosso, perché vi si aggiungevano peperone e annotto. Il primo contatto europeo con il cacao avvenne nel 1502, quando Cristoforo Colombo, al suo quarto viaggio, incrociò una grande canoa con indigeni che trasportavano semi di cacao. Ma fu lo spagnolo Hernan Cortes a portarli in Europa 26 anni dopo. Venne apprezzato ancor prima del caffè, in quanto contiene un alcaloide simile alla caffeina, con proprietà stimolanti, pensiamo all’anandamide che ha effetti stimolanti sulle cellule cerebrali. Ma fu solo nella seconda metà del 1800 che gli svizzeri (François Louis Cailler in primis) inventarono il cioccolato in tavolette, prodotto utilizzando cacao, burro di cacao e latte in polvere. Mentre tal Lindt inventò il "concaggio", il procedimento che ha lo scopo di far evaporare l'acqua e gli acidi volatili rendendo così il sapore meno aspro. Le varietà di cacao più apprezzate sono tre: Criollo, Trinitario, Forestiero.