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LA 50a MOSTRA DEL CHIANTI

MONTESPERTOLI, UN PAESE IN PROVINCIA DI FIRENZE DI CIRCA TREDICIMILA ABITANTE E 144 NASCITE NEL 2006. L’IMPORTANZA DEI SUOI VINI E IL RUOLO DELLA SUA GENTE NEL PANORAMA COMUNALE, REGIONALE, NAZIONALE ED EUROPEO.

La Mostra, in verità, ha chiuso i battenti la prima domenica di giugno, ma abbiamo atteso di poter parlare con il sindaco della cittadina fiorentina, Antonella Chiavacci, e poter far parlare lei a ruota libera per raccontarci e raccontare a chi legge come è andata quest’anno e fare un bilancio per una della manifestazioni più attese dalla gente del posto e dal Circondario ma, anche, da appassionati e addetti ai lavori. O da quanti, in questo periodo, per motivi di lavoro o di semplice divertimento, si trovano a transitare per Montespertoli.
Personalmente, ci rammarica solo di non poter fare sentire la tipica parlata fiorentina che, da appassionati cultori dei dialetti, ci affascina e ci intriga. Come, del resto, ci commuove la capacità del sindaco Chiavacci di descrivere le bellezze tipiche della campagna toscana. Cari lettori, fidatevi!
Ecco, allora, presenti l’addeto stampa Leonardo e la segretaria Cristina, alcune delle cose dette dal primo cittadino, durante l’intervista che ci ha rilasciato in Comune proprio alcuni giorni dopo la conclusione della 50a Mostra del Chianti.
«Sì, è vero. Quest’anno abbiamo festeggiato i cinquantanni della Mostra del Chianti. Una mostra che per noi Comune di Montespertoli è particolarmente importante e significativa non solo perché mantenere un’iniziativa di questo genere per tutto questo tempo non è cosa da poco, ma anche perché per noi è il culmine di un lavoro che si svolge durante tutto l’anno. È la promozione attraverso il nostro prodotto principe, appunto il Chianti che, per noi, che ne siamo penso il più grande produttore della Regione Toscana non è una cosa da poco.
«A Montespertoli, essenzialmente, produciamo il Chianti Colli Fiorentini e il SottoZona Chianti Montespertoli, quindi un chianti che si trova solo da noi. Se vogliamo, esso è un riconoscimento al nostro Comune che si estende per circa 125 chilometri quadrati, e rispetto alla coltivazione del vigneto è diviso a circa il 50% fra la sottozona chianti Montespertoli e il chianti colli fiorentini. Per noi, quindi, il vino non è solo un ottimo prodotto, ma è anche ciò che contribuisce a fare del nostro Comune un Comune particolarmente attrattivo; dal paesaggio tipicamente toscano con le sue colline dolci (si pensi che il punto più alto è la località Lucardo, nella direzione verso Tavarnelle in Val di Pesa, con i 450 metri di altezza). Mentre, l’altezza media del territorio comunale è intorno ai 300 metri; quindi, colline dolci ricoperte da vigneti, da uliveti e da bosco. C’è anche qualche vecchio. cascinale. E il vino ci rappresenta questa realtà»
Ricordiamoci che Montespertoli è un comune che ha molti gemellaggi con paesi italiani e Paesi stranieri. E il sindaco Antonella Chiavacci non dimentica di farne menzione: «Noi, come la maggior parte della Toscana, abbiamo degli estimatori di vecchia data che sono gli inglesi e i tedeschi. Però nel tempo, abbiamo allargato di molto il panorama delle persone che ci vengono a trovare e ci sono anche molti che non sono semplicemente turisti, ma che comprano casa da noi e ci vivono alcuni mesi dell’anno. Devo dire che fra le particolarità noi abbiamo un nucleo di neozelandesi che ormai da molti anni che stanno nel nostro territorio. Abbiamo presenze dalle nazionalità più disparate: francesi, olandesi, visitatori dell’europa del nord, dell’est ancora non molti (a parte alcuni russi, ma non siamo entrati ancora molto nel pieno in questo circuito).
«Chi viene nel nostro comune – spiega il sindaco – lo fa per un insieme di fattori. Certo perché la Toscana ha i pregi che gli vengono riconosciuti per aver dato i natali a grandi artisti, per le architetture particolari, per i suoi siti ricchi di arte, ma anche per i paesaggi collinari in cui è possibile conciliare un soggiorno tranquillo, in un ambiente estremamente piacevole nel verde. Soggiornare a Montespertoli consente anche di raggiungere facilmente altre città della Toscana importanti per la cultura e noi molti vicine. La nostra dislocazione geografica favorevole che consente di raggiungere facilmente città come: Firenze (che dista a soli 25 km), Siena, Volterra, Pisa, San Gimignano. Insieme a tutta una serie di prodotti che permettono di ricordarsene e che derivano proprio dalla terra. Oltre che del vino, nella nostra zona del Circondario dell’Empolese-Valdelsa (11 Comuni che hanno deciso di governarsi come una piccola provincia grazie a un riconoscimento della regione Toscana). All’interno del Circondario, e così è anche per Montespertoli, ci sono la promozione e la ricerca di prodotti agricoli di grande qualità; ad esempio, nel nostro comune abbiamo il “Marzolino di Lucardo” che è un pecorino prodotto dop, così come lo è la cipolla di Certaldo o il carciofo dell’empolese. Per non dimenticare, poi, tutti quei prodotti che, quando è possibile, passano per la cosiddetta filiera corta, cioè che è possibile acquistare direttamente dal produttore, dal contadino, e questo a garanzia di un prodotto fresco e di qualità che si sa da dove arriva. In quest’ottica di promozione del territorio, non meno importante può apparire la creazione del consorzio turistico: uno dei più attivi della nostra zona, che ha oltre 40 aziende associate. O la costruzione e al continua rivitalizzazione di un centro per la cultura del vino (centro congressi “I Lecci”) con una sala congressi ricca di 144 posti. Abbiamo un museo del vino, dove ritroviamo gli attrezzi che ormai non si usano più, ma che sono della tradizione. Abbiamo le fotografie e dei filmati da cui si recuperano le attività. Lo stesso Museo del Vino resta aperto normalmente insieme al Museo di Arte Sacra che è un’altro nostro fiore all’occhiello all’interno del quale c’è una Madonna del Lippi, che è venuta dal convento di Botinaccio (una frazione di Montespertoli), che è davvero un’opera di pregio insieme a tante altre che ci consentono di realizzare appunto il Museo di Arte Sacra, in San Piero a Mercato».
In sindaco Chiavacci parla e non tralascia di ricordare l’iniziativa dal titolo affascinante, quella sponsorizzata dalla Cassa di Risparmio di Firenze e denominata “Valle dei Tesori”: «a cui noi – dice – siamo particolarmente grati perché è un’iniziativa che ha permesso di far conoscere questo museo: tenga conto che da noi le presenze sono triplicate. E quest’anno in Fondazione ci stanno lavorando e stanno studiando il percorso della Via Francigena, che attraversa molti Comuni e fra questi, in parte, anche Montespertoli. Speriamo di poterci ricollegare».

Per tornare alla mostra del Chianti.
«Come sindaco penso di avere una grande fortuna perché vuol dire che in nei 47 anni precedenti (alla mia elezione) una gran numero di amministratori, di cittadini, di componenti delle associazioni di volontariato, delle associazioni agricole e quant’altro si sono dati tutti davvero da fare perché la Mostra del Chianti diventasse non solo una festa di paese e penso che, nel tempo, sia cresciuta di molto l’offerta e la qualità dell’offerta stessa. Abbiamo sempre avuto un grande accesso di pubblico. Questo stranamente ci ha portato, negli ultimi 8/9 anni, qualche problema di ordine pubblico e a quel tempo l’amministrazione ha dovuto scegliere se limitare l’afflusso dando un taglio selettivo alla mostra. L’amministrazione da allora ha fatto una scelta che ha comportato una riduzione degli orari di apertura , una diversa modalità di somministrazione del vino che, ormai, da 9 anni avviene attraverso l’acquisto di un bicchiere specifico ogni anno diverso e la tipica sacca contieni-bicchiere in cui viene alloggiato. Al momento dell’acquisto del bicchiere viene dato anche un carnet di tagliandi per l’assaggio direttamente agli stand allestiti intorno a Piazza del Popolo; circa una trentina, tante quante sono all’incirca le aziende agricole più uno stand collettivo dove si ritrovano i vini delle aziende più piccole che magari non sono in condizioni di allestire uno stand proprio.
Insieme all’esposizione dei nostri vini, che sono molti per varietà, per tipicità o per tipologia di vitigno con cui sono prodotti, all’interno della mostra ci sono state anche una serie di attività collaterali che vanno dall’intrattenimento con gli artisti di strada, concerti ma certo anche convegni relativi maggiormente più specifici sul tema del vino. Quest’anno, ne abbiamo avuto uno molto interessante a cui ha partecipato anche il direttore del CNR provinciale, il dottor Giampiero Maracchi , che “legava i cambiamenti del clima e cercava di spiegare quali ripercussioni questo aveva avuto e potrebbe avere nel futuro per quanto riguarda la coltivazione della vite e quindi, di conseguenza, il vino”. Un altro convegno, fatto in collaborazione con l’Asl11, ha sottolineato e fatto capire che: “un consumo moderato di un prodotto di qualità, quale è il nostro vino, soprattutto il vino rosso, non solo non ha controindicazioni, ma può essere anche utile mantenersi in buona salute”. Anche questo convegno è stato molto seguito, forse per il modo in cui è cominciato: con la degustazione dei nostri prodotti, accompagnata da una serie di informazioni intrecciando teoria e pratica e conciliando il palato con la salute».
In Piazza del Popolo è stata ricostruita una cascina tipica delle campagne toscane del dopoguerra e all’interno di questa erano state poste alcune foto rappresentative dei lavori di campagna del dopoguerra appunto. C’era persino la possibilità di visionare dei filmati. La mostra fotografica è stata possibile grazie anche al contributo dei tanti che hanno messo a disposizione le proprie foto, permettendo anche la realizzazione di un catalogo – a quanto pare – particolarmente richiesto dai concittadini «perché – dice il sindaco Chiavacci – è piacevole ritrovare persone, amici, conoscenti nella foto scattata per ricordo. La realizzazione del catalogo è stata resa possibile grazie proprio alla disponibilità dei nostri cittadini; infatti, abbiamo chiesto aiuto a loro perché le nostre foto non erano sufficienti per allestire una mostra fotografica. Il risultato non sarebbe stato certo di questa portata se ci fossimo limitati solo alle foto del Comune. Debbo sinceramente dire che è stata una gara. Un altro momento particolarmente condiviso è stata, nei pomeriggi delle due domeniche, la sfilata storica nei costumi dei primi del dopoguerra, con l’esposizione delle professioni, con gli abiti, i mezzi di trasporto del tempo, quindi di vecchi trattori a scoppio, di carri tirati dai buoi. Comunque – conclude il sindaco Antonella Chiavacci – è già scattata la progettazione per la cinquantunesima edizione; quella, insomma, del 2008, forti del risultato di quest’anno tenuto conto che in meno di quattro giorni, rispetto ai nove della festa, abbiamo venduto oltre 4500 bicchieri. Ripagando ogni sforzo finanziario e organizzativo che l’amministrazione ha sostenuto e facendo passare un messaggio positivo e cioè che la festa per la mostra non è la festa solo del Comune, del Municipio o dell’organizzazione, ma è una festa del paese in cui ci sono la maggior parte delle associazioni, a partire dalla Pro-loco, ma non solo, che lavorano da un anno a un altro per la riuscita dell’evento. Non dobbiamo dimenticare il trend positivo che da un po’ di tempo a questa parte e dopo lo spopolamento degli anni novanta, porta Montespertoli, Comune a base prevalentemente agricola, a ripopolare le campagne; con una inversione di tendenza anche per la natalità in forte crescita: 144 nascite nel 2006 su 13000 abitanti, mettendo anche in crisi la nostra abitudine di piantare un albero per ogni nuovo nato perché non riusciamo a tenere dietro a tutte queste nascite».
Il sindaco tiene anche a precisare che «fra le tante iniziative per la Festa del Vino di quest’anno abbiamo organizzato anche una tavola rotonda sulle energie rinnovabili con i Paesi gemellati (italiani europei e perfino africani) presente-ospite l’assessore all’ambiente provinciale, Luigi Nigi , abbiamo per l’occasione deciso di farne un appuntamento da maggiorare e da integrare. Noi crediamo molto nell’Europa e speriamo di averne buone cose anche se non sempre è stato così». Antonella Chiavacci fa riferimento alla questione «trucioli e a noi la posizione dell’Europa non è piaciuta molto e non poteva non essere così perché siamo per un prodotto di qualità, un prodotto che non ha bisogno di additivi anche se si parla di truciolo vergine. Ma è sempre una falsificazione e perché si deve fare sembrare un vino passato nel legno. Siamo contrari a inserire trucioli anche se è un vino da tavola e ci sembra, comunque, un truffare i consumatori finali anche perché noi che siamo membri fra i primi comuni delle città del vino: bene noi siamo contrari all’uso del truciolo nel vino anche se da tavola, però per lo meno se la maggioranza vorrà farlo che il consumatore possa scegliere e per farlo bisogna che nell’etichetta ci sia scritto. E invece neanche questo ci è riuscito di portare a casa. Per cui a volte con l’Europa abbiamo un rapporto un po’ conflittuale. All’interno del nostro circondario abbiamo una buona organizzazione per quanto riguarda i servizi legati all’agricoltura. Noi siamo uno dei comuni della toscana che riusciamo ad attingere, a collegarsi e a utilizzare i fondi europei al 100x100. Quindi anche mentre brontoliamo cerchiamo di utilizzarne anche tutte le opportunità possibili. Delle critiche ci sentiamo di farle anche per come viene trattato l’olio all’interno della comunità europea. Il fatto che non si riesca a capire che tipo di liquido, l’olio appunto, che c’è dentro una bottiglia e da quali olive poi sia stato spremuto. Ecco, ci sembra giusto rivendicare un prodotto non solo genuino e di qualità, ma vogliamo vendere insieme al prodotto anche un territorio, una cultura. E quando questo non è possibile ricollegarlo al liquido che tu trovi nella bottiglia ci sembra una cosa che non giusta, invece vorremmo che sempre di più il consumatore potesse essere in grado di scegliere; ma per far questo le etichette devono riportare con maggiore precisione da dove viene il prodotto, con che cosa è stato fatto, come viene lavorato».
Antonella Chiavacci, a registratore spento, ci racconta una curiosità: «Il nostro Comune è l’unico ad avere una cantina e siamo solo due ad avere la chiave io e l’assessore all’Agricoltura».
Intanto si è conclusa anche l’ultima edizione della Sagra del cinghiale che a Montespertoli richiama sempre tanta gente, in attesa che comincino i venerdì dei “mercatini tra le piazze” con l’apertura straordinaria dei negozi e con gli spettacoli di animazione. Giovedì 21, per inaugurare l’estate montespertolese, è cominciata la rassegna musicale” Europa sotto la luna”.

Testo redatto da:
Giorgio Iemmolo
giorgio.iemmolo@tin.it
3394972789