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EVENTI
La Settimana del Miele a Montalcino
Dall’8 al 10 settembre apre a Montalcino la
più grande “mieloteca” d’Italia: dolci e rari
vasetti in arrivo da tutte le regioni. Lungo le vie della capitale del
Brunello una grande festa con dolci e cocktail al miele, cene gourmet
tutte a base di miele, esposizione di piante mellifere e degustazioni
guidate da esperti.
Dal miele
di eucalipto a quello di sulla, dal rododendro al rosmarino, passando
per varietà rare e preziose come il nespolo o il corbezzolo: l’antica
Fortezza di Montalcino e le vie del centro cittadino si trasformeranno
in un enorme palcoscenico per centinaia di mieli rigorosamente made in
Italy. Un’occasione unica per trovare tutte insieme tipologie altrimenti
impossibili da assaggiare, se non viaggiando ai quattro angoli della penisola.
Spiega Hubert Ciacci, apicoltore e neo-presidente dell’Asga (Apicoltori
Siena Grosseto Arezzo): “Per il trentennale della Settimana del
Miele abbiamo voluto organizzare una serie di eventi ed iniziative che
coinvolgessero Montalcino a 360 gradi: nelle piazze e lungo le vie del
paese, ma anche nei bar, nei ristoranti e nei negozi il miele sarà
il protagonista assoluto del territorio” (info: tel. 0577/848488).
I visitatori avranno la possibilità di sperimentare dolci e cocktail
al miele, degustazioni guidate da esperti, esposizioni di piante mellifere
e cene gourmet tutte a base di miele, in collaborazione con Slow Food.
Qui si potranno acquistare libri sul miele e conoscere anche gli altri
tesori dell’alveare - pappa reale, propoli, polline, cera - e tutti
i prodotti che se ne ricavano: cosmetici, digestivi e liquori al miele,
ma anche caramelle, biscotti, confetture, frutta secca al miele e tante
altre prelibatezze. La più antica rassegna d’apicoltura italiana,
che quest’anno festeggia la sua edizione n°30, rappresenta uno
degli eventi più attesi del settore: i segreti e le virtù
del miele, i suoi mille sapori, ma anche momenti di studio e di dibattito
scientifico saranno al centro di questa annuale passerella. In agenda
incontri tecnici e convegni con esperti, studiosi, docenti universitari
e istituzioni. La “Settimana del Miele” si è inoltre
conquistata un ruolo di primo piano a livello nazionale per il concorso
“Roberto Franci”, che ogni anno premia il migliore miele italiano.
Per il resto la parola al territorio che, per una volta, mette da parte
il suo figlio più nobile, il Brunello, per lasciar spazio al più
dolce dei prodotti naturali. Montalcino è situato in un’area
naturalmente favorevole all’attività delle api. Sviluppata
negli anni ‘30 da Guido Franci, questa nobile arte agricola ha trovato
a Montalcino un humus favorevole: qui si produce oggi l’1% del miele
italiano (circa 100.000 chilogrammi) delle più diverse tipologie.
Tra i temi della “Settimana del Miele” le notizie, purtroppo
negative, sul fronte della produzione. Il clima “impazzito”
di quest’anno ha fatto crollare del 30% la produzione nazionale.
In particolare, la siccità ed il gran caldo registrati nei mesi
di giugno e luglio hanno gravemente compromesso la raccolta dei mieli
estivi in tutto il Paese: le prime stime parlano di -50% per il miele
di castagno, e addirittura di -70% per il miele di eucalipto, soprattutto
in Sardegna e nel Lazio. Anche il girasole ed i millefiori estivi registrano
un raccolto medio-scarso, tranne le Marche e parte della costa tirrenica.
“Il 2006 ha visto un andamento meteorologico insolito e particolarmente
disordinato - spiega Francesco Panella, presidente dell’U.N.A.API.,
Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani - in primavera abbiamo
assistito ad una sorta di ribaltamento tra nord e sud: se nelle regioni
del centro nord si è realizzato un raccolto record di miele di
acacia, dovuto ad un anomalo innalzamento delle temperature primaverili
e all’assenza di pioggia, in Sicilia per il terzo anno consecutivo
non è stato prodotto miele di agrumi, a causa della primavera segnata
da continue perturbazioni climatiche. Invece la caldissima estate ha seriamente
danneggiato la raccolta dei mieli estivi in quasi tutto il Paese”.
I cambiamenti climatici influiscono infatti sul lavoro delle api e determinano
sconvolgimenti nella produzione del miele: il troppo caldo o il troppo
freddo influenzano la “bottinatura”, vale a dire il benessere
della vegetazione condizionando la secrezione del nettare delle piante
e la possibilità di raccolta del nettare da parte delle api. “Le
api sono una specie particolarmente fragile e sensibile agli squilibri
ambientali - continua Panella - Rappresentano, in questo senso, un autentico
“sismografo” degli scompensi che colpiscono l’intero
ecosistema. Certo costituiscono un indicatore minore rispetto ad altri
più importanti e macroscopici, ma il loro comportamento è
comunque significativo per confermare gli enormi squilibri climatici degli
ultimi anni”.
La produzione media annuale di miele in Italia oscilla tra le 10mila e
le 11mila tonnellate: sulle tavole degli italiani si consumano ogni anno
quasi 400 grammi di miele a testa, ma negli ultimi anni il settore è
afflitto da costante calo dei consumi, e da una massiccia invasione di
mieli in arrivo da Cina e Argentina, più economici di quelli italiani
ma caratterizzati da scarsa qualità e dalla mancanza di analoghe
garanzie igienico-sanitarie. Nel settore operano ben 50.000 apicoltori,
con 1,1 milioni di alveari che ospitano una popolazione di 55 miliardi
di api. Il giro d’affari dell’apicoltura italiana è
di 60 milioni di euro, ma arriva a 2,5 miliardi se si considera il servizio
di impollinazione fornito dalle api all’agricoltura.
www.winenews.it
Alessandro Regoli, Irene Chiari, Eleonora Ciolfi
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