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Vinitaly
Esce un mondo del vino in salute e che vede positivo, pur
senza sottovalutare le difficoltà economiche e sociali di questi
tempi, da Vinitaly n. 46. Con l’attenzione che cresce in ogni parte
del mondo. Focus - i numeri di Vinitaly by Veronafiere
Esce un mondo del vino in salute
e che vede positivo, pur senza sottovalutare le difficoltà economiche
e sociali di questi tempi, da Vinitaly n. 46. Che con un giorno in meno
ha contingentato l’accesso al pubblico e riportando la più
importante rassegna mondiale del vino alla sua essenza più vera:
produrre business, favorire contatti commerciali, discutere di un comparto,
che è decisivo per la nostra economia. E due risultati il Vinitaly
li ha già incassati: l’Italia riuscirà a far fare
marcia indietro all’Europa sull’idea di liberalizzare l’impianto
dei vigneti, e nuove tasse sul vino non arriveranno. Lo ha assicurato
il Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania che si è reso
conto della centralità economica e culturale di questo comparto.
Un paio di cifre per ricordarlo: 14 miliardi di fatturato, oltre un milione
di addetti, oltre 300.000 aziende interessate e 4,4 miliardi di fatturato
estero. Se si misura l’indotto il valore del vino raddoppia. E poi
Vinitaly ha confermato una volta di più la sua vocazione all’internazionalizzazione
delle imprese: con “OperaWine”, la prima degustazione organizzata
in Europa da Wine Spectator con Veronafiere, ma anche con la partnership
siglata con l’Hong Kong Trade Development Center per aprire di più
i mercati orientali al vino d’Italia, o l’attenzione all’evento
di giornali come “The New York Times” e “The Herald
Tribune”.
Ma viene fuori anche che i problemi aperti sono sostanzialmente due: la
difficoltà a riscuotere e la caduta dei consumi. Ma se anche nel
vino mancanza di credito ed eccesso di pressione fiscale sono gli handicap
più forti, sul fronte dei consumi, per Unicab e Veronafiere i giovani,
non i giovanissimi, fino a 35 anni, sono pronti a tornare al consumo di
vino, ma lo vogliono di minore gradazione, ecosostenibile e capace di
accompagnare una gastronomia “semplificata”.
E tra le tante cose che fanno ben sperare c’è anche una rinnovata
(pare) attenzione delle Istituzioni: il Ministro Catania è stato,
per tre giorni, a Vinitaly, perché “l’agricoltura è
centrale nell’economia del Paese, e io ne sono consapevole”,
ha detto. E dell’attenzione crescente dell’Italia e del mondo
(140.000 persone a Vinitaly), il vino del Belpaese non può che
essere contento.
FOCUS - Oltre 140.000 operatori da 120 paesi in “quattro giorni”;
esteri a quota 35% e horeca italiano in grande crescita: produttori &
expo promuovono la nuova formula Vinitaly
Vinitaly ha vinto la sua scommessa e incassa la soddisfazione degli espositori
e un numero di visitatori professionali in crescita dall’estero
e soprattutto dal canale horeca italiano. Questi ultimi sono giunti in
grande numero già nella giornata di lunedì e molto forte
è stata la partecipazione di ristoratori, titolari di enoteche
e wine bar provenienti dal Sud Italia. La nuova formula su quattro giorni
(dalla domenica 25 marzo al mercoledì 28 marzo) si è dimostrata
vincente e la presenza tra gli stand anche degli operatori esteri si è
fatta sentire - dice Ettore Riello, presidente Veronafiere - “con
un grande ritorno di Stati Uniti e Canada, oltre che da tutti i Paesi
consumatori emergenti asiatici con la Cina che entra nella nostra top
10, dalla Russia, dal Nord Europa, dalla Francia, ma anche massicciamente
dalla Germania per un totale di oltre 140.000 visitatori da 120 Paesi.
La percentuale di quelli esteri è cresciuta arrivando al 35% del
totale”.
“Un successo nato da un grande lavoro che ha visto con Opera Wine
uno straordinario tributo al vino italiano decretato da Wine Spectator
e, per la prima volta, Vinitaly dedicare con Vivit, salone ai vini naturali.
Alla fine siamo riusciti a centrare l’obiettivo di aumentare sensibilmente
le presenze specializzate in particolare del canale horeca sia italiane
che estere. Penso - dice Giovanni Mantovani, direttore generale Veronafiere
- che sia in assoluto una delle migliori edizioni di Vinitaly”.
“E’ stato il Vintaly dell’export” - afferma Lamberto
Vallarino Gancia, presidente Federvini.
“Siamo tutti molto soddisfatti della nuova formula di Vinitaly -
dichiara Lucio Mastroberardino, presidente Unione Italiana Vini - che
ha innalzato ulteriormente la qualità del pubblico. Quanto ai buyer
e operatori esteri, l’impressione è di un ulteriore scatto,
con una presenza ampia, diffusa e di ottima qualità”.
“Il bilancio è positivo - dice Domenico Zonin - con una buona
affluenza fin dalla domenica”, mentre per Piero Antinori “questo
Vinitaly ha avuto una presenza quantitativa, ma soprattutto qualitativa
ed è questo che ci interessa”.
“Il più grande Vinitaly di sempre” per Andrea Sartori
e per Mauro Lunelli di Ferrari “lo spostamento dei giorni si è
dimostrato adatto agli operatori”. “Un cambio geniale - lo
definisce Michele Chiarlo - con una straordinaria presenza di americani,
russi, asiatici, ma anche sudamericani”. “E’ una formula
che funziona - conferma Valentina Argiolas -, con molti operatori dall’Asia
e il ritorno dell’India, ma anche la vecchia Europa ha dimostrato
una partecipazione grintosa”. “Abbiamo avuto moltissime presenze
qualificate e diversificate da Cina, Hong Kong, Taiwan, Corea, India,
Sudamerica, Stati Uniti” - dice José Rallo di Donnafugata,
“ma anche dall’Italia - dice Anna Abbona (Marchesi di Barolo)
- con molti rappresentanti del segmento horeca dalle regioni del sud”.
Proprio sul canale horeca Vinitaly aveva puntato ripensando la sua formula
e la loro crescita tra gli stand di Vinitaly fa ben sperare per la ripresa
del mercato interno perché - come sostiene Chiarlo - “ci
serve anche il contatto con chi propone i nostri vini al consumatore finale”.
“Un bellissimo Vinitaly, con tanti contatti fin dalla domenica e
giorno clou il lunedì” anche per Donatella Cinelli Colombini,
vincitrice quest’anno del Premio Internazionale Vinitaly.
Successo per Vivit, il nuovo salone dedicato ai vini naturali. “Le
aspettative dei produttori partecipanti sono state confermate - dice Helena
Variara della Colombaia -, con molta affluenza anche di giornalisti, ristoratori
e di pubblico, tutti molto interessati”. “Sono stato a Vivit
- racconta Antinori - e sono rimasto impressionato dal grande interesse
di pubblico, segno evidente della sensibilità dei consumatori”.
Importante la conferma dei media: da oltre 45 Paesi (Usa, Germania, Russia
in testa), sono arrivati oltre 2.500 giornalisti in rappresentanza di
oltre 170 radio e tv, 105 quotidiani e 110 testate on line. (www.winenews.it)
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