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Il pane a chi serve
E’ il nome dell’iniziativa lanciata a Roma il cui obiettivo è quello di ridistribuire, in questa prima fase, almeno due quintali di pane e prodotti da forno ogni giorno.

Dove vanno i quintali di pane che a Roma e provincia restano invenduti? Possono essere recuperati invece di essere buttati? Le risposte a questi quesiti hanno portato alla nascita del progetto "Il pane a chi serve", presentato dal sindaco, Gianni Alemanno, dal presidente delle Acli Roma, Cristian Carrara, e dal presidente dell'Unione Panificatori-Confcommercio Roma, Giancarlo Giambarresi, al Forno Duerre, zona Rebibbia. Con il progetto si vuole creare e sviluppare una rete solidale tra negozianti e le realtà sociali presenti sul territorio di Roma. L'iniziativa si rivolge a 25 realtà, tra associazioni, enti, cooperative, che si occupano a 360 gradi di sostegno alle fragilità sociali e parte in via sperimentale in due municipi della Capitale: il IV e l'XI. L'obiettivo è quello di ridistribuire, in questa prima fase, almeno due quintali di pane e prodotti da forno ogni giorno. Il progetto 'A chi serve' è articolato in diverse fasi. La prima: tra gennaio e febbraio sui due municipi riguarda la ricerca e la messa in rete degli esercenti e delle associazioni da coinvolgere. La seconda: tra marzo e dicembre ci sarà la fase operativa, e tra ottobre e dicembre partirà la fase di verifica e comunicazione dei risultati raggiunti.
"Il progetto, ha spiegato Giambarresi, è nato su una segnalazione che abbiamo fatto circa un anno fa perché vedere una risorsa come il pane nell'immondizia non era dignitoso per la nostra professione. Dopo questa denuncia abbiamo cercato di trovare qualcuno disponibile a cercare una soluzione e così abbiamo incontrato le Acli. Dopo un lavoro di diversi mesi abbiamo presentato la nostra proposta al Sindaco che ha messo a disposizione un contributo e così ora parte il progetto pilota per fare un dono alla città, un piccolo atto di tenerezza nei confronti dei nostri concittadini che attualmente vivono in uno stato di disagio economico". (www.aiol.it)



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